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La tratta di esseri umani è l’ultimo, tragico business delle mafie

Tratta e traffico di esseri umani sono giuridicamente concetti distinti anche se questa distinzione è ormai superata dagli eventi, nei quali la criminalità organizzata internazionale e transnazionale la fa da padrona. Molto spesso si sviluppano sui medesimi canali, per altro coincidenti, usati per ogni altro traffico illecito (armi, stupefacenti, auto rubate, tabacchi, migranti) e soprattutto attraverso l’impiego degli stessi metodi.
Secondo i dati dell’Europol le vittime provengono prevalentemente da Albania, Russia, Ucraina, Ghana, Nigeria, Cina, Vietnam e Brasile.
Le vittime di nazionalità brasiliana e albanese, rappresentano quelle più difficili da individuare una volta presenti nel territorio intra-Schengen in ragione del fatto che le organizzazioni riescono a mimetizzarle e farle passare per cittadini comunitari. Nel primo caso le organizzazioni criminali riescono a farle entrare in Italia con visti turistici, poi una volta nel paese, le muniscono di documenti falsi, per lo più portoghesi, sfruttando il fatto che parlano il portoghese; nell’altro caso, invece, da quando vi è stata la liberalizzazione del visto d’ingresso, in ragione di un futuro ingresso dell’Albania nella Unione Europea, è stato chiaramente favorito l’ingresso e la circolazione nel territorio europeo dei cittadini e in conseguenza anche l’ingresso delle vittime di tratta da destinare alla prostituzione, rendendo pressoché impossibile una loro rilevazione al momento del passaggio alle frontiere.

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