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Per l’appalto del servizio mense si teme per i posti di lavoro

Alessandria – Entra nel vivo la partita per l’assegnazione del servizio mense scolastiche alessandrine. Al momento, usando un linguaggio calcistico, ad aver presentato l’offerta di gran lunga più vantaggiosa è la cooperativa pugliese Lavoro e Solidarietà, con sede a Bari. Tuttavia l’esito dell’assegnazione potrebbe ribaltarsi a favore dell’altro concorrente, l’associazione temporanea d’impresa tra multinazionale Dussmann (60%) e Camst (40%).
Lunedì mattina in Comune, presenti funzionari, rappresentanti delle ditte concorrenti, dipendenti Aristor e sindacalisti, la dirigente Orietta Bocchio (nella foto web), responsabile della gara d’appalto, ha dato lettura dei risultati che, per quanto riguarda la parte tecnica ha visto prevalere Lavoro e Solidarietà per 72 punti a 70.
In quella economica la Dussmann/Camst ha offerto un ribasso del 7% sulla base d’asta di 2,7 milioni annui, mentre la rivale ha offerto uno sconto del 10,21%.
Cifre differenti per quanto concerne, invece, il costo del personale.
Lavoro e Solidarietà si attesterebbe, infatti, sugli 840.000 euro contro le cifre più alte di Dussman-Camst con 1.289.000 euro e Aristor con 1.300.000 euro.
Una diferrenza forte che ha indotto la dirigente Bocchio ad annunciare di non poter, per ora, assegnare l’appalto.
La motivazione sta nel superamento delle soglie previste per legge e dunque si dovrà avviare una procedura di congruità.
In sostanza il Comune potrebbe chiedere alla cooperativa pugliese Lavoro e Solidarietà come mai riesce a fare un’offerta così bassa, ma in questo modo i tempi si allungherebbero.
Lavoro e Solidarietà avrebbe una decina di giorni di tempo per pensarci su, arrivando quindi fino al 19 luglio per l’assegnazione.
Inoltre è probabile che l’azienda pugliese tiri in ballo il cosiddetto “contratto di avvalimento” stipulato con la Artana Alimentare di Alessandria.
In sostanza non disponendo in zona di un centro cottura dove confezionare i pasti, farebbero uso di quello di Artana ma questo rischierebbe di mettere in ballo gli 82 posti di lavoro dei dipendenti Aristor già licenziati e che attendono che la ditta subentrante dia loro la priorità per la riassunzione.
Una situazione complicata, insomma, che ha subito scaldato gli animi dei sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.
Da subito, infatti, l’operazione era stata contestata. L’asta partiva da una cifra inferiore di 400/500 mila euro annui rispetto all’appalto precedente. “Un risparmio che così verrebbe scaricato solo sul costo del personale, quindi sui lavoratori” hanno fatto sapere dalla Cgil.
E poi c’è l’aspetto della qualità, non certo da sottovalutare dato che i fruitori delle mense sono i ragazzini delle scuole. Attualmente il costo a pasto si aggira sui 5,3 euro, con il 10% in meno si scende sui 4,7.
“Una cifra accettabile” hanno fatto sapere da Palazzo Rosso che ha messo in evidenza la situazione di città come Torino dove i costi a pasto si aggirano intorno a 3,8 euro.
I tempi, ad ogni modo, stringono, l’appalto deve partire al più presto. Termine ultimo il 1° settembre, data in cui la ditta vincitrice dovrà essere in grado di partire e fornire il servizio.

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