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Il nido

Tornando dalla stazione dei Carabinieri di Cabella Ligure, l’appuntato Calogero Rizzo come ogni sera chiude la sede distaccata e fa rientro alla stazione di Serravalle Scrivia. Sale sulla Campagnola di servizio e scende dalle Strette di Pertuso, passa da Vignole Borbera, da Stazzano e, appena dopo il ponte sullo Scrivia che unisce Serravalle a Stazzano, è colpito dal cielo terso e da una luna straordinaria che si staglia luminosa. Ma mentre è ammirato da questa poetica visione nota un asino ragliante che vola forsennatamente intorno al campanile della Chiesa che è di fianco alla stazione dei carabinieri. Distratto da questa inconsueta ed inspiegabile visione esce di strada e va a sbattere sfasciando la macchina.
Al rientro nella stazione di Serravalle Scrivia chiede subito rapporto al comandante, maresciallo capo Gaetano Picariello, che è ancora in ufficio.
“Mi scusi comandante ma devo informarla che ho sfasciato la Campagnola”.
“Ma come è possibbele”!
“Tornando da Cabella Ligure, dopo il ponte di Stazzano ho visto un asino volante, mi sono distratto e sono uscito di strada”.
“Cazzo! Ora dobbiamo richiedere al comando provinciale un’altra Campagnola! Vabbé Caloggero, diciamo che sei uscito di strada a causa del fondo ghiacciato in quel tratto del ponte”.
Il giorno dopo arriva una Fiat Campagnola nuova fiammante e l’appuntato Calogero Rizzo sale a bordo per recarsi come ogni giorno a Cabella Ligure. Alla sera fa ritorno e alla fine del ponte sullo Scrivia tra Stazzano e Serravalle da un’occhiata in alto e vede due asini che volano forsennatamente intorno al campanile della chiesa. Si distrae, perde il controllo del mezzo e va a sbattere sfasciando la seconda Campagnola. Rientra alla stazione e chiede urgentemente rapporto al comandante, il maresciallo capo Gaetano Picariello, che è ancora in ufficio.
“Mi scusi comandante ma devo informarla che ho di nuovo sfasciato la Campagnola”
“Quella nuova fiammante? Ma come è possibbele, cazzooo”!
“Tornando da Cabella Ligure, dopo il ponte di Stazzano ho visto due asini volanti, mi sono distratto e sono uscito di strada”
“Pocca puttana! Comme faccimme uorra! Chiediamo al comando provinciale un’altra Campagnola inventando la storia che a Cabella Ligure un montanaro con un carro trainato da due buoi c’ha sbattuto contro e l’ha buttata giù da un dirupo”.
Il giorno dopo arriva un’altra Fiat Campagnola nuova fiammante e l’appuntato Calogero Rizzo sale a bordo per recarsi come ogni giorno a Cabella Ligure. Come al solito alla sera fa ritorno a Serravalle e alla fine del ponte sullo Scrivia tra Stazzano e Serravalle controlla se è tutto regolare ma vede tre asini che volano forsennatamente intorno al campanile della chiesa. Si distrae, perde il controllo del mezzo e va a sbattere sfasciando la terza Campagnola nuova fiammante. Rientra in stazione e chiede disperatamente rapporto al comandante, il maresciallo capo Gaetano Picariello, che è ancora in ufficio.
“Mi scusi comandante, non so come dirlo, ma devo informarla che ho di nuovo sfasciato la Campagnola”.
“Ancora! Ma è la terza Campagnola in tre giorni. Calò, che cazzo mi combini”?
“Tornando da Cabella Ligure, dopo il ponte di Stazzano ho visto tre asini volanti, mi sono distratto e sono uscito di strada”.
“Stavolta Calò dobbiamo dire la verità al colonnello. Non possiamo più nascondere i fatti”.
Telefona al comando provinciale, chiede del colonnello Walter Casarotto e gli spiega tutto. Il colonnello convoca subito una riunione a Serravalle per la mattina dopo.
La mattina dopo oltre al colonnello Casarotto, ci sono i due vice comandanti e insieme al maresciallo capo Picariello e all’appuntato Rizzo, si chiudono in sala riunioni. Rizzo descrive i fatti con dovizia di particolari e dopo aver concluso si siede. Dopo il suo racconto in tutti c’è incredulità e nella sala regna un silenzio tonante. Ad un certo punto il maresciallo Picariello si alza e si rivolge rispettosamente al colonnello Casarotto dicendo:
“Signor Colonnello, secondo lei, cosa sta succedendo?”. E si siede.
Il colonnello resta pensieroso per qualche istante poi deciso, sentenzia:
“Per me la sopra c’è un nido”!

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