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Gigi Moncalvo: un nuovo libro apre scenari impensabili sulla probabile innocenza di Massimo Bossetti

Secondo quanto scrive l’avvocato Carlo Infanti (nella foto a lato) nel suo libro “In nome del popolo italiano” uscito in questi giorni in libreria, Yara Gambirasio sarebbe stata uccisa da una banda di tre persone che sono libere mentre a Massimo Bossetti, che potrebbe essere addirittura estraneo ai fatti, han dato l’ergastolo. Non essendo stata raggiunta una verità processuale sarebbe bene, da parte dei giudici della Suprema Corte che dovranno decidere sul ricorso in Cassazione del Bossetti, che esistono molti nuovi elementi per cui, se fossero stati presentati in aula durante il processo, Massimo Bossetti non sarebbe in galera. Ed è preoccupante scoprire che i consulenti della procura, incaricati di analizzare i reperti raccolti, abbiano addirittura sbagliato l’analisi dei Dna per cui non si capisce come sia stato possibile ammettere come prova quello di “Ignoto 1”, per qualità degradato e per giunta misto. Ma soprattutto si dovrà tenere conto che Yara è certamente stata rivestita dopo la morte per cui molte prove inerenti i tessuti, i reperti organici e i reperti ambientali sono nulle, ancorché “determinanti” per sbattere Bossetti all’ergastolo. L’elenco degli elementi citati nel libro dell’avvocato Infanti è sterminato e dettagliatissimo, per cui sarebbe buona cosa esaminarli per ridare dignità ad un processo campato in aria, senza prove, scandalosamente e frettolosamente giustizialista nei confronti di chi, molto probabilmente, non c’entrava niente.
Cui prodest? Chi si vuole coprire?

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