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La Ue boccia la manovra dell’Italia: “Lotta alla povertà sia compatibile con gli impegni presi”

Milano (Giuliano Balestreri di Business Insider) – Nel 2012, in piena campagna elettorale, il socialista Pierre Moscovici sparava a zero contro i “burocrati” della Commissione europea. In un’intervista al New York Times sottolineava che “in Francia ci sono libere elezioni” e che “spetta al governo dare la linea politica al Paese”. Dichiarazioni che – gli fanno notare in conferenza stampa a Bruxelles – sembrano le stesse del vice premier italiano, Luigi Di Maio.
Nel 2018, Moscovici non è più ministro della Finanze francesi, ma è il Commissario Ue per gli Affari economici. E per questo replica, senza imbarazzi: “Erano dichiarazioni da campagna elettorale. E nonostante tutto la Francia ha vissuto l’esperienza della procedura d’infrazione. Non lo auguro certo all’Italia, ma voglio ricordare che sono stato il ministro che più di tutti ha ridotto deficit strutturale e debito, perché il debito pubblico è nemico dei popoli. L’Italia deve ridurre il suo debito: ogni cittadino ha un peso di 37mila euro sulla sua testa”.
Nessuna marcia indietro, dunque. Per la primva nella storia, la Commissione Ue, compatta, boccia la manovra di un Paese membro perché “non adempie agli impegni presi“. Una decisione netta che apre la strada verso l’ignoto: il governo ha 3 settimane di tempo per presentare i propri correttivi, poi scatterebbe il via alla procedura d’infrazione.
Una minaccia che Lega e 5 Stelle potrebbero utilizzare a loro favoro per alimentare il consenso all’interno del Paese. D’altra parte il voto in Trentino Alto Adige ha messo a nudo le difficoltà dei partiti più europeisti. Dall’ultimo sondaggio di Eurobarometro, infatti, è emerso come gli italiani siano sempre più scettici nei confronti dell’Unione europea. Il rischio che uno scontro con l’Italia faccia deflagare l’Ue è ben presente all’interno della Commissione Ue: “Non vogliamo sostituirci al governo italiano e siamo sempre pronti a dialogare con le autorità, ma siamo proeccupati per l’impatto che queste politiche possono avere sui cittadini. E a cascata sugli altri stati membri”.
Bruxelles sottolinea come l’Italia non adempia agli impegni presi con una “deviazione netta” che avrà un costo sempre crescente per le casse dello Stato: “A novembre pubblicheremo le nuove previsioni economiche – prosegue Moscovici – vedremo se saranno più vicine a quelle del governo o a quelle dell’Ufficio parlamentare di bilancio” che a sua volta ha bocciato la manovra del governo Conte. Sotto la lente della Commissione Ue torna ancora lo spread che fa lievitare il costo del debito pubblico: “Solo quest’anno – aggiunge il commissario francese – l’Italia pagherà 65 miliardi di interessi, la stessa cifra destinata all’istruzione. E’ evidente che senza una riduzione del debito non si possano portare avanti politiche di lungo termine nell’interesse del Paese”.
Le tensioni con il governo sono alimentate dal fatto che negli ultimi 3 anni, l’Italia ha beneficiato di circa 30 miliardi di flessibilità sui conti pubblici a cui si aggiungono 8 miliardi del programma Juncker sugli investimenti e altri 45 miliardi di fondi strutturali. Numeri che fanno dire a Moscovici: “La Commissione non è un ostacolo alla crescita italiana, ma un volano“.
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, cercherà di mediare tra le posizioni dell’esecutivo e quelle della Commissione, ma pochi giorni fa ha voluto ricordare di aver ereditato dall’esecutivo precedente un deficit al 2% (compresa la disattivazione delle clausole di salvaguardia). Bruxelles, però, non ha alcuna intenzione di entrare nelle dinamiche politiche del Paese e per questo si attiene ai numeri: “Lo scostamento è dell’1,5%, mentre non dovrebbe superare lo 0,5%. Capisco la lotta alla povertà – conclude Moscovici – ma c’è da chiedersi se sia sostenibile senza impattare su tutto il Paese“.

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