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L’Alta Velocità sottrae convogli alla linea tradizionale: anche per questo non serve

Alessandria – Ha scatenato furibonde reazioni politiche, soprattutto da parte del centro sinistra, la recente notizia della soppressione del Freccia Bianca Torino-Lecce, che passa da Alessandria.
Quel convoglio, infatti, a partire dal 9 dicembre sarà sostituito da un Freccia Rossa che viaggerà sulla linea dell’alta velocità Milano – Bologna e quindi non passerà più dal capoluogo piemontese che, di fatto, resterà isolato.
Una decisione che ha scatenato critiche molto accese come quella del consigliere regionale Walter Ottria cui si è aggiunta la posizione di Domenico Ravetti, consigliere regionale del Partito Democratico, e di Daniele Coloris, segretario provinciale, che hanno definito “inaccettabile “ la situazione.
“Le scelte commerciali di Trenitalia non sono di competenza dell’amministrazione regionale ma è certo che faremo il possibile per scongiurare l’isolamento di Alessandria e troviamo inaccettabile la decisione di spezzare l’asse Alessandria-Piacenza-Bologna” hanno dichiarato i due esponenti.
All’origine della decisione pare esserci un puro calcolo di mercato.
Come spiegato da una portavoce di Trenitalia, il Freccia Bianca in questione non era un convoglio in convenzione con la Regione, quindi a totale rischio d’impresa delle Ferrovie che hanno scelto il mercato dell’Alta Velocità.
“Così si riducono i tempi di percorrenza per la Puglia – le dichiarazioni della portavoce – chi è di Alessandria dovrà prima andare alla stazione di Milano Centrale ma avrà più possibilità di orari, invece che uno solo al giorno.”
Inevitabili, dunque, le ripercussioni politiche con Ravetti e Coloris che, attraverso un comunicato, si sono scagliati sugli avversari politici di centro destra di cui hanno stigmatizzato “l’immobilismo”.
Il senatore LeU Federico Fornaro ha portato la questione in Parlamento, depositando una interrogazione al Ministro Toninelli mentre l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco, ha semplicemente dichiarato che la Regione “non può intervenire in quanto della modifica si è venuto a sapere solo due giorni fa e con una mail peraltro generica”.

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