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La Provincia Granda pronta a non pagare più le tasse se non sarà completata la A33

Cuneo – “Il mancato completamento della A33? Un insulto a una delle province più laboriose e produttive del Paese. Siamo presi in giro da troppo tempo ormai, adesso basta, siamo pronti alla resistenza fiscale”. Parole dure ma che colpiscono nel segno quelle del sindaco di Alba, Maurizio Marello, in riferimento all’autostrada Cuneo – Asti, la A33 appunto, i cui cantieri sono ormai fermi da sette anni senza che si possa arrivare ad una soluzione.
La “questione” A33 aveva già tenuto banco nel giugno 2015 con un botta e risposta tra il gruppo Gavio e Confindustria Cuneo sui ritardi nei lavori di completamento dell’autostrada.
Dopo la richiesta di “revoca della concessione alla società che gestisce l’Asti-Cuneo”, ossia l’omonima S.p.A. partecipata dal gruppo Gavio, inoltrata con una lettera firmata dal   presidente di Confindustria Cuneo Franco Biraghi al Ministro dei Trasporti Graziano Delrio, era giunta  la replica a firma dell’amministratore delegato dell’Asti-Cuneo S.p.A. Umberto Tosoni. Nella missiva, indirizzata in triplice copia a Biraghi, Delrio e al capo di Gabinetto del   Ministero Mauro Bonaretti, Tosoni  si fa portavoce del “sincero sconcerto” con cui la società ha accolto le parole del presidente di Confindustria Cuneo, “totalmente prive di   qualunque fondamento giuridico e fortemente lesive dell’immagine della società”.
Tosoni aveva ripercorso una breve ricostruzione dei fatti, iniziati con la vincita della gara di concessione nel 2005 e la realizzazione, ad oggi (era il 2015), “per circa 56 km rispetto ai 90 km originariamente previsti”.  Il ritardo era dovuto al laborioso iter d’approvazione dell’opera, proseguiva, che “non è certo per responsabilità della nostra società” e aveva portato a una lievitazione “molto significativa dei costi rispetto al progetto messo a gara” ossia i 1.457.468.000 euro previsti nel 2007.
Ora la provincia Granda ha detto basta e le parole di Marello, presente domenica a Cuneo al presidio permanente sotto la Prefettura assieme agli assessori comunali albesi Rosanna Martini, Luigi Garassino e Alberto Gatto e ai consiglieri comunali William Revello, Ada Toso, Sara Pennella e Roberto Giachino, non potrebbero essere più chiare: “aspetteremo fino al 26 marzo, quando andremo a Roma a manifestare. Se anche questa azione non darà alcun esito, non resterà che una protesta pacifica ed efficace, come la resistenza fiscale. Proporrò al presidente della Provincia e ai 250 colleghi sindaci di invitare tutti i cittadini e le imprese cuneesi a non versare più un euro di tasse”.
La protesta era già iniziata un mese fa, il 26 febbraio con un sit in con a capo il sindaco di Cuneo, Federico Borgna, a Roreto di Cherasco. Una data scelta non a caso, quella del 26.
L’anno scorso, il 26 settembre, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, aveva incontrato a Roma una delegazione cuneese spiegando che non ci sarebbero stati intoppi per concludere l’autostrada.
Promesse, a quanto pare, disattese dato che da allora, ogni 26 del mese, il primo cittadino cuneese scrive a Toninelli per sollecitare una soluzione e ricordare che senza la Cuneo-Asti ogni mese il tessuto economico della Granda perde ben dieci milioni di euro.
Mancano, infatti, dieci chilometri tra Roddi e Cherasco “senza i quali le nostre comunità stanno patendo disagi in termini economici, ambientali e di vite umane, se si guardano gli incidenti sulle strade provinciali e statali – ha affermato ancora il sindaco di Alba, Marello – da decenni, da questa provincia, escono milioni di euro non mi sembra dunque pretestuoso pretendere una volta per tutte il completamento dell’autostrada. Di fronte ad un governo immobile non ci resta che andare fino in fondo, per affermare prima di tutto la nostra dignità. Da troppo tempo siamo presi in giro”.

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