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F1, GP Spagna 2019: Ferrari, da che parte ricominciare?

Barcellona (Paolo Ciccarone di Automoto.it) – Beati quelli di Houston che con Apollo 13 si sono sentiti dire via radio: “Houston abbiamo un problema”. Da Maranello, infatti, i problemi sono più di uno e non di facile soluzione. E quindi la domanda è: Ferrari, da che parte ricominciare? L’ennesima sconfitta in pista, e stavolta senza appello, apre scenari nuovi per la squadra italiana. Alla vigilia sono stati portati aggiornamenti aerodinamici e il nuovo motore. Poi, alla fine, il risultato finale è stato di un quarto e quinto posto con Vettel e Leclerc. Deludente per le attese, preoccupante per come è arrivato.
La Ferrari ha patito in gara gli stessi problemi delle prove, ovvero mancanza di carico (meglio di aderenza, in inglese grip) nella parte lenta. Infatti in gara pure la Red Bull di Verstappen è stata davanti e per poco anche quella di Gasly stava per farcela. Segno di problemi pesanti che per il team principal Mattia Binotto analizza così ai microfoni delle TV: “Abbiamo portato delle novità che hanno funzionato, abbiamo imparato molto e soddisfatti perché hanno funzionato, purtroppo non sono state sufficienti per competere con i nostri rivali e adesso continueremo nello sforzo di migliorare tutto il pacchetto a disposizione”.
Quindi motore e aerodinamica sono stati promossi, però l’alunno è stato bocciato. Su questo poco da dire, la rossa non è stata competitiva. E qui vale la pena ripartire da febbraio, quando i primi test erano stati positivi ma qualche dubbio si era insinuato. Basta cercare le cronache dell’epoca per leggere del dubbio. Ovvero, tutte le volte che la macchina veniva modificata, andava sempre uguale. Brutto segno, ovvero era nata plafonata. Ma erano solo test invernali, invece le prime corse della stagione dimostrano che i timori erano fondati. Quindi una macchina buona, guidabile, senza difetti ma lenta. E senza sapere il perché.
Almeno, una idea se la sono fatta alla Mercedes, perché Esteban Ocon ha provato al simulatore fino alle 3 di notte, verificando, coi dati in loro possesso, che le scelte (o gli assetti e tempi relativi) della Ferrari fossero migliori. Alla fine sono giunti alla conclusione che la SF90 non ha carico aerodinamico a bassa velocità. “Avere carico nelle curve veloci e penetrazione in rettilineo è relativamente facile – dice un esperto, rivale, della Ferrari – il problema nasce nelle curve lente. La SF90 non aveva il carico necessario per garantire la tenuta che serviva”. Su questo se ne sono accorti tutti.
Se la storia fosse stata diversa in Bahrain e anche a Baku, oggi non saremmo qui a parlare di 5 doppiette Mercedes. Il problema è che loro le vittorie le hanno fatte, la Ferrari le ha sfiorate
Il problema è: si è capito cosa fare? “Se lo avessimo saputo, lo avremmo già fatto” ha detto Vettel. Quindi la Ferrari che in Bahrain volava, adesso è diventata un mulo? No, affatto. Se la storia fosse stata diversa in Bahrain e anche a Baku, oggi non saremmo qui a parlare di 5 doppiette Mercedes. Il problema è che loro le vittorie le hanno fatte, la Ferrari le ha sfiorate. E questo pone il problema grosso sul cosa fare in futuro. Dare la croce addosso ai tecnici adesso è inutile, si fanno delle scelte, a volte funzionano altre no. Ultimamente non hanno funzionato. E per Monaco, se le premesse sono queste, meglio preoccuparsi o sperare nel colpo di genio dei piloti. Anche se Verstappen, con la sorprendente Red Bull Honda, ha avvisato: “Le gare dove posso vincere? Montecarlo, Singapore e Messico. Poi magari non succede o vinciamo da altre parti. Ma lì sono certo ce la possiamo fare”. Ferrari avvisata, con tutto quello che ne segue.

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