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Egregio signor Mercalli, si rende conto di quello che scrive?

Max Corradi – Nell’ennesimo delirante articolo pubblicato mercoledì 12 giugno 2019 a pagina 55 del foglio della Fca, il signor Mercalli si ripete con le solite previsioni catastrofiche dovute ad un fantomatico cambiamento climatico responsabile dell’insopportabile innalzamento delle temperature (30 gradi in Finlandia e 51 in Pakistan), di tempeste atlantiche, di bombe d’acqua, trombe d’aria, raffiche di vento ad oltre 100 km/h ed di altra paccottiglia pseudoscientifica. Dimenticando che Annibale nel terzo secolo avanti Cristo valicò le Alpi con 70 elefanti, segno evidente che allora faceva molto più caldo di oggi, al punto che non esistevano troppi ghiacciai sulle Alpi Cozie e sul Monviso, il perito agrario Luca Mercalli insiste scrivendo che “i cambiamenti climatici pongono una minaccia all’esistenza dell’Umanità, ancor più di quanto descrivano i rapporti scientifici internazionali, tanto da richiedere una mobilitazione globale di risorse in emergenza”.
Nel leggere il suo articoletto mi sono stupito, non tanto per le sciocchezze che scrive e per le quali dimostra solo di sapere accedere alle informazioni meteoclimatiche di tutto il mondo (che non ho motivo e mezzi per mettere in dubbio), ma per la dabbenaggine – o la malafede – di chi gli commissiona e poi gli pubblica gli articoli. Quel genere di informazioni non si diffonde senza uno scopo preciso, che io non posso che definire “terrorismo”. Questo articolo di Mercalli, infatti, a differenza di quelli che ogni mese leggo sul bollettino della COOP, non contiene un solo cenno ad aspetti tecnico-scientifici (della concentrazione di CO2 sopra 400 ppm nessun lettore si accorge) e fa pensare all’ultima lettera di un condannato a morte.
Di diversa opinione è il Premio Nobel Carlo Rubbia per il quale non esiste nessun cambiamento climatico:

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