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Scandaloso: la Banca Centrale Europea non vuole che la Banca d’Italia e il nostro oro siano degli italiani

di Max Corradi – Cornuti e mazziati. L’Europa non vuole che ci riappropriamo del nostro oro la cui riserva è la terza al mondo: Stati Uniti 8.133,5 tonnellate, Germania 3.371 tonnellate, Italia 2.451,8 tonnellate, Francia 2.436 tonnellate, Russia 1.909,8 tonnellate. La proposta di legge firmata da Giorgia Meloni (FdI) sulla nazionalizzazione della Banca d’Italia e delle riserve auree allo Stato minaccerebbe l’indipendenza della Bce col rischio di interferenze, e per quanto riguarda l’oro aggirerebbe il divieto di finanziamento monetario. Puro delirio, ma è quanto si legge in un parere legale della banca centrale europea, consultata dal presidente della Camera con una lettera del 2 maggio scorso.
Secondo i banchieri di Francoforte il trasferimento delle quote al valore nominale di mille lire (come proposto dal ddl) “potrebbe avere un impatto negativo sulla capitalizzazione del settore bancario, aspetto che, in via di principio, merita una certa attenzione”. In sostanza la Bce non vuole vincoli che non esita ad imporre agli altri. La proposta di legge, scrive la Bce, abrogherebbe l’articolo “che impedisce all’assemblea dei partecipanti e al Consiglio superiore di Bankitalia di interferire con l’esercizio delle funzioni relative al sistema europeo di banche centrali”. Prima l’Europa e poi gli altri, anche se chi, come l’Italia, detentrice del primo patrimonio aureo del mondo in rapporto agli abitanti (vedere grafico) non ha diritto a gestire in totale autonomia e sovranità il proprio oro.
In sostanza la Bce dice che la Banca d’Italia non è degli italiani ma è del sistema finanziario europeo.
L’Istituto centrale con sede a Francoforte si è espresso anche sul progetto del presidente della Commissione Bilancio della Camera Claudio Borghi (Lega) sulla statalizzazione della proprietà delle riserve auree.
La Bce in un passaggio ricorda che il progetto di legge contiene la previsione di una detenzione delle riserve “ad esclusivo titolo di deposito”. Insomma, andrebbe abolito il termine “esclusivo”, modifica di non poco conto nella sostanza.
Il leghista Borghi ha dichiarato in proposito ha confermato il diritto degli italiani di essere titolari dell’oro dello Stato Italiano.
Ma la Bce tiene duro e dichiara che “un trasferimento delle riserve in valuta estera (comprese le riserve auree) dallo stato patrimoniale della Banca d’Italia allo Stato eluderebbe il divieto di finanziamento monetario ai sensi dell’articolo 123 del Trattato, che vieta alla banca centrale di finanziare il settore pubblico e contrasterebbe altresì con il principio di indipendenza finanziaria ai sensi dell’articolo 130 del Trattato”.
In poche parole significa che non siamo padroni dei nostri soldi e del nostro oro.
Ma cosa ci facciamo in Europa?

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