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Un altro capolavoro targato Pd: un consorzio rifiuti costato un sacco di soldi ma da sempre inattivo e oggi sul viale del tramonto

Novi Ligure (Franco Traverso) – È stato un solenne fallimento quello del Consorzio Servizi Rifiuti di Novi, tanto caro a Marco D’Ascenzi presidente di Gestione Acqua nonché amministratore delegato di Acos, che chiuderà i battenti a fine luglio prima della scadenza del mandato. Non ha funzionato e per il “Metodo Contarina” tanto caro alla sinistra per un verso, e per l’altro alle popolazioni che dovevano pagare il triplo, è stato intonato il de profundis.

Il presidente nullafacente
È stato il Comune di Tortona, passato di mano ad una giunta di centrodestra, a chiedere una proroga di sei mesi per l’attivazione della raccolta rifiuti con il metodo del porta a porta prevista a Tortona a ottobre. Per quanto riguarda Novi, è bastato che la maggioranza a trazione leghista abbia reso nota la sua contrarietà al cosiddetto “Metodo Contarina” per far sì che l’inattivo presidente – ma non passivo perché lo stipendio lo ha preso lo stesso – del Csr, Fabio Barisione, desse le dimissioni del cda. A questo punto, per il Csr, senza Novi e Tortona, non tornerebbero più i conti, per cui si renderebbe necessario modificare il contratto con Gestione Ambiente. Per questo progetto il Pd negli ultimi quattro anni si è “spaccato” a ripetizione addirittura a livello provinciale soprattutto in occasione della gara di assegnazione del servizio del giugno 2016. Infatti, dopo la fusione di Asmt con Atm, confluite in Asm Voghera socia di Gestione Ambiente (società di raccolta rifiuti di tortonese e novese) insieme a Iren, le società 5 Valli (Terre del Giarolo con Volpedo e Sarezzano) ed Econet (ovadese e novese) si sono smarcate da Gestione Ambiente acquistandone le quote (oltre 450.000 euro per Econet e circa 150.000 euro per 5 Valli). In forza di questa operazione congiunta le due società di raccolta rifiuti sono diventate pubbliche e hanno dato vita, nelle rispettive aree, a due “sottoambiti” territoriali.

D’Ascenzi, il grande sconfitto
Grande sconfitto è stato l’a.d. e direttore generale di Acos S.p.A. di Novi Ligure, già presidente di Gestione Ambiente, Mauro D’Ascenzi (nella foto) che non ha gradito il distacco di Econet (acquese e ovadese) e 5 Valli (Val Curone, Grue, Ossona e Borbera, con Volpedo e Sarezzano) e ciò proprio per il fatto che, certo d potere gestire la transizione in tutta sicurezza, aveva fatto entrare Iren (la cooperativa rossa di Reggio Emilia, un privato, nella fattispecie Ireti Spa – vedere il grafico “a torta” a lato) in Gestione Ambiente, anche se la legge non consente l’assegnazione diretta del servizio se nella società che lo deve gestire c’è un privato, per cui sarebbe stato gioco forza andare a gara, mentre le due società periferiche, liberate dal “giogo dascenziano” ed essendo ormai a partecipazione pubblica (Comuni), non avrebbero più dovuto andare a gara ma potevano continuare a lavorare come prima. E con costi molto inferiori a Gestione Ambiente che conta più di 70 dipendenti contro la ventina a testa di Econet e 5 Valli.

La Maxi Multiutility di Iren
Il “Piano D’Ascenzi” era teso a favorire la costituzione di una “maxi multiutility” alessandrina, con Amag partecipata da CSR ed Iren socio di maggioranza, ma ad un certo punto tutto è stato rimesso in discussione anche perché a Torino il Pd non comanda più essendo nel frattempo stata eletta sindaca la grillina Chiara Appendino. In questa ingarbugliata situazione, come se non bastasse, s’è innescato il problema della “raccolta differenziata spinta”, detta anche “Metodo Contarina” voluta fortemente dal CSR, che è già costata parecchie centinaia di migliaia di euro solo per pagare lo studio di fattibilità coi soldi dei Comuni aderenti al consorzio. Gli investimenti previsti per questo nuovo metodo sono ingenti, si parla di circa cinque milioni di euro solo per acquistare dalle cooperative rosse le attrezzature occorrenti. In merito a questa operazione vi sono state molte perplessità in previsione d’un forte aumento dei costi di gestione che ricadranno inevitabilmente sulle spalle dei cittadini che vedranno schizzare in alto il costo della propria bolletta della spazzatura.

Una politica “di bassa cucina” che ha danneggiato i cittadini
Già un anno fa ci si era accorti che il Csr (Consorzio Servizio Rifiuti – 117 comuni fra cui Novi e Tortona, con 222.500 abitanti) non stava rispettando la tempistica del programma messo in piedi per l’attivazione del servizio porta a porta col “Metodo Contarina”. Si tratta d’un servizio, già in atto ad Alessandria, che prevede la preventiva selezione da parte del cittadino di rifiuti organici e rifiuti indifferenziati, carta, plastica a vetro. Attualmente il servizio di raccolta col vecchio metodo dei cassonetti è coperto da Gestione Ambiente che ha la bellezza di 115 dipendenti e 74 mezzi per un bacino di utenza che comprende Comuni del territorio del novese, del tortonese e della Valle Scrivia.

La lentezza decisionale del Pd
Nonostante il “divorzio” della primavera del 2016 da Econet (acquese e ovadese) e 5 Valli (Val Curone, Grue, Ossona e Borbera, con Volpedo e Sarezzano), che ha fatto saltare il piano per fare di Gestione Ambiente una “maxi multiutility” alessandrina, con Amag partecipata da CSR ed Iren socio di maggioranza, l’avviato progetto per una raccolta differenziata spinta sembrava in dirittura d’arrivo e invece, come sempre accade in certi casi, tutto è rinviato a data da destinarsi. Anche perché, a leggere le carte, c’è una confusione bestiale, con documenti pieni di contraddizioni, dichiarazioni chilometriche e insulse da parte dei soliti politicanti da strapazzo, mentre il problema della legittimità del consorzio e dell’attuazione del metodo Contarina restano irrisolti. Cioè, per dirla in soldoni, il servizio funziona male e costa un sacco di soldi. Inoltre gli investimenti per questo nuovo metodo sono ingenti e mancano i soldi.

La “Premiata Ditta”, si fa per dire, Bardone & Muliere
In certo senso è stata salutare la doppia trombatura del sindaco di Novi Muliere e di Tortona Bardone, che non devono occuparsi del servizio rifiuti che si presenta troppo costoso. Inoltre il ritardo dl suo avvio, piuttosto complicato, per cui si è rimandato il tutto a dopo le elezioni amministrative che però i due sindaci hanno perso.
Ma c’è dell’altro perché, oltre al caos progettuale, esiste un problema economico e finanziario che riguarda le tariffe che sono troppo alte. Tutto ciò unito al fatto che non si può affidare il servizio in house in quanto in Gestione Ambiente c’è un socio privato che è Iren per cui bisogna, per legge, andare a gara per l’assegnazione del servizio stesso. Non è finita perché, alla luce del caos in cui versa il Csr, era già stata avanzata la richiesta di posticipare l’inizio della raccolta domiciliare spinta, e dell’applicazione della tariffa puntuale, operazione dal chiaro sapore elettorale. Ma ora che i due sindaci di Novi e di Tortona, Muliere e Bardone, sono stati trombati, e dopo l’annunciato scioglimento del Csr, è molto probabile che si rinuncerà al “porta a porta” per mantenere il vecchio e funzionale metodo della raccolta puntuale. Cioè niente bidoni in cortile ma in strada.

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