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Dal programma grillino è sparita la Tav e i “No Tav” sono serviti

Roma (Red) – Una cosa ha colpito i cronisti presenti nella sala delle vetrate mentre parlava Giggino Di Maio all’uscita dell’incontro con Mattarella, quella per cui nei dieci punti di programma non si faceva cenno alla vexata quaestio della Tav Torino-Lione. Una querelle piuttosto indigesta che ha dato il colpo di grazia all’alleanza con la Lega. Giggino Di Maio e compagni hanno dimenticato il problema, non ne parlano e, di fatto, hanno abbandonato i No Tav pur di non dispiacere il Pd che invece è un promotore convinto della grande opera che piace tanto ai francesi e all’Europa. Così, in un colpo solo, Giggino ha anche fatto fuori il ministo con la permanente, il grillino Toninelli, che stava facendo di tutto per non farla fare, la Tav. D’altra parte il luciferino Giuseppe Conte, che aveva firmato il decreto pro Tav, non poteva essere smentito dopo che aveva fatto fuori Salvini. Ma i killer devono essere pagati altrimenti si girano e sparano al committente moroso. Loro i conti li daldano così e Giggino lo sa perfettamente. Meglio non rischiare più di tanto.
Il solito ingenuo potrebbe dire che la bocciatura della Tav tanto cara un tempo che fu ai seguaci del comico sarà inserita in un secondo momento nel programma di governo, ma il Maligno, che  si intende molto di politica, essendo l’ispiratore di gran parte dei nostri parlamentari, mi ha confidato che ormai la Tav si farà, come è stato fatto il traforo ferroviario del Gottardo, opera che il Diavolo ha voluto fortemente, tanto che è stata inaugurata un paio di anni fa con un solenne rito satanico.

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