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dalla Centrale, latte “a chilometro zero”

Da Centrale del Latte di Alessandria e Asti
“Scegliamo il latte fresco piemontese”: la Centrale del Latte non si ferma e promuove il consumo di prodotti della filiera locale –

L’emergenza COVID-19 non ferma il lavoro della Centrale del Latte di Alessandria e Asti.
L’azienda con sede e stabilimento di produzione ad Alessandria, che ogni anno raccoglie, lavora e vende quasi 15 milioni di litri di latte fresco e panna, sta continuando a fornire, ogni giorno, il latte fresco e gli altri prodotti della filiera lattiero-casearia, dopo aver adattato la propria organizzazione alla situazione imposta dalla fase di lockdown.

La tutela della salute è stato il primo pensiero della Direzione, che ha attuato una serie di misure preventive:

  1. dotazione di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) per il personale;
  2. accesso contingentato presso gli uffici;
  3. rispetto delle distanze di sicurezza negli ambienti lavorativi;
  4. attivazione dello smart working per i dipendenti amministrativi;
  5. intensificazione delle procedure di pulizia e sanificazione dell’impianto di produzione, già sottoposto quotidianamente a trattamenti di questo tipo;
  6. diffusione di specifica informativa sulle norme da rispettare all’interno dell’azienda e presso i depositi di Savona e Viareggio.

Attraverso una gestione responsabile del personale è stato evitato il ricorso alla cassa integrazione e in questo modo l’azienda può garantire produzione e distribuzione, un impegno che conferma uno dei pilastri dell’agire di Centrale: la tutela del lavoro.
Un’ulteriore iniziativa promossa dall’azienda è stata la sottoscrizione di una polizza assicurativa a favore dei dipendenti nel caso si ammalino in seguito a contagio da COVID-19, un’azione concreta di welfare aziendale che contribuisce a creare un clima più sereno in una fase di grande preoccupazione.
L’impegno della Centrale non si ferma, però, alle attività rivolte all’interno. Prosegue, infatti, in questo momento economicamente difficile, il sostegno alle organizzazioni di volontariato impegnate nel fronteggiare l’emergenza alimentare, attraverso la donazione di prodotti. Alcune donazioni speciali hanno interessato anche il personale sanitario alessandrino, quale ringraziamento per il loro straordinario impegno di queste settimane.
“Quanto messo in campo dalla Centrale si inserisce nel solco di una politica aziendale caratterizzata, da sempre, da valori e gesti concreti e continuativi di responsabilità sociale ed economica nei confronti del territorio servito e della comunità locale – dichiara l’Assessore alle Società Partecipate del Comune di Alessandria, Davide Buzzi Langhi. In stretto raccordo con l’amministrazione comunale, le scelte che la nostra Centrale compie ogni giorno sono guidate dall’attenzione per le persone, a compimento del suo ruolo di servizio, anche e soprattutto in un momento delicato come quello che la nostra città e l’intero Paese stanno vivendo”.
“Attraverso il nostro latte – dichiara il Presidente della Centrale del Latte, Gian Paolo Coscia frutto della cooperazione tra le famiglie di allevatori piemontesi, diamo lavoro a 54 dipendenti e quasi 60 distributori e, soprattutto, siamo al centro di una filiera che fa della qualità e del benessere alimentare la cifra del suo agire d’impresa”. Confermarlo in questa fase così complicata è per noi motivo di orgoglio e non posso che ringraziare tutte le nostre persone che lo permettono così come i consumatori che continuano a darci fiducia. Un pensiero particolare va in questo momento ai tanti esercenti di bar, caffetterie e ristoranti che oggi sono chiusi e che rappresentano un tassello fondamentale della nostra filiera: auspichiamo una rapida riapertura in sicurezza e assicuriamo l’impegno di Centrale a sostenere in ogni modo la loro ripresa”.
Con i cambiamenti conseguenti ai provvedimenti di lockdown, le modalità di acquisto e consumo sono cambiate e, nelle ultime settimane, sono inevitabilmente calati i consumi di latte fresco mentre sono aumentati quelli di latte a lunga conservazione, uova, panna e burro.
La produzione del fresco, però, non può fermarsi perché questo vorrebbe dire compromettere la sostenibilità economica degli allevatori e delle persone che con passione e senso di responsabilità continuano a lavorare nella filiera.
Da qui l’appello del Direttore della Centrale del Latte, Pietro Cerlesi: “La Centrale non si ferma e continua ad arrivare negli oltre 4.200 punti vendita in otto provincie, comprese zone montane e disagiate. Proseguiamo, dunque, la nostra attività di servizio, in un periodo in cui la mobilità delle persone è fortemente limitata, ma chiediamo ai cittadini di aiutarci, scegliendo di sostenere la filiera locale e di consumare latte fresco. Questo ci consentirebbe di evitare sprechi di prodotto. Ringraziamo chi lo fa da sempre, certi che il sentirsi parte della stessa comunità ci permetterà di superare questo momento e di ripartire al meglio”.

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