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Pazzia da Covid: quando abbracciano i figli, per la legge italiana, le mamme non sono tutte uguali

Milano (Sonia Oliva) – Abbracciare è un gesto antico quanto il mondo. L’abbraccio è il primo contatto tra madre e neonato. È un segno di amicizia, di rispetto, di affetto, nonché il primo gesto d’amore. Stringere le braccia intorno al corpo di un’altra persona ha un effetto terapeutico sia sulla mente che sul corpo. Basta un abbraccio per sentirsi al sicuro, protetti, per calmare stati d’ansia, depressione e sentire meno dolore. Gli abbracci, più sono frequenti e prolungati, più stimolano la produzione di endorfine (sostanze chimiche che produce il nostro cervello e che hanno una potente azione analgesica ed eccitante) e funzionano da antistress, da medicina naturale. Manca ancora qualche mese alla giornata mondiale dell’abbraccio (si festeggia il 21 gennaio) e non è dato sapere se sarà possibile abbracciarsi come prima del Covid o se sussisteranno le rigide regole del distanziamento sociale con tanto di sanzioni previste dai vari Dpcm. Sta di fatto che questa tragica pandemia, che la psicologa belga Elke Van Hoof già configura come il più grande esperimento psicologico di tutti i tempi, oltre ad aver sparso croci su tutto il pianeta, ha pericolosamente destabilizzato l’equilibrio, magari già precario, di troppe persone. Persone che abusano del potere o del titolo che hanno.

Una mamma “inadeguata”
È successo a Reggio Emilia, alla Dimora di Abramo, una cooperativa che accoglie i bambini che il Tribunale dei Minori toglie alle famiglie d’origine. Una mamma, che non ha mai fatto uso di sostanze stupefacenti e senza precedenti penali, è stata ritenuta “inadeguata” in seguito a una segnalazione fatta al Tribunale dei Minori dagli stessi servizi sociali ai quali la donna si era rivolta chiedendo aiuto. In seguito all’allontanamento del bambino, avvenuto quattro anni fa, è stato stabilito che la donna possa incontrarlo solo un’ora alla settimana e durante un incontro protetto. Incontri settimanali annullati durante la lunga fase di quarantena. Quattro mesi senza vedere il figlio. Finalmente, con l’inizio della Fase 2, sono ripresi i colloqui e mercoledì scorso (10 giugno), all’aperto, nel giardino della “Dimora di Abramo”, alla presenza di un’educatrice, madre e figlio si rivedono e si coprono di baci e abbracci.

C’è distanziamento sociale e distanziamento sociale: due pesi e due misure
L’attenta educatrice dal cuore di ghiaccio è subito intervenuta pretendendo il distanziamento sociale e cercando di impedire qualsiasi contatto fisico tra madre e figlio. Senza ascoltare ragioni, ha chiamato i Carabinieri che, giunti sul posto, hanno dovuto redigere il verbale. Quattrocento euro di multa. Un’umiliazione morale ed economica che, con un briciolo di cervello e una goccia di sensibilità, si sarebbe potuta evitare. Ma il punto non è questo. Poco più di un mese fa, il 10 maggio, in pieno lockdown, all’aeroporto militare di Ciampino è atterrata Silvia Romano, la volontaria italiana, rapita il 21 novembre del 2018 in Kenya e portata poi in Somalia da terroristi islamici.

Un abbraccio in pompa magna e niente carabinieri
Ad accogliere la giovane cooperante, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro degli esteri Luigi Di Maio, la famiglia di Silvia e decine tra cameramen e fotografi che hanno immortalato, pensate un po’… proprio l’abbraccio tra madre e figlia. Un abbraccio in Fase 1, in pieno lockdown. Non risulta però che, per questo abbraccio, siano stati chiamati i carabinieri e sia stata fatta una multa di 400 euro alla signora Romano, per mancato distanziamento sociale. Per non parlare dell’assembrano sotto casa della ragazza al suo arrivo a Milano. L’amore di due mamme. Due abbracci pieni d’amore. Due gesti più che naturali dopo una separazione.
E nessuna differenza. Ma, ancora una volta, a sottolineare le differenze ha pensato la legge italiana in base alla quale è stata multata la mamma di Reggio Emilia con 400 euro, ma non la mamma milanese.

Un epilogo inatteso
Era troppo difficile per la mamma lasciare quell’abbraccio al figlioletto, ma alla fine sono arrivati i carabinieri che sono apparsi a disagio un po’ a tutti i presenti. Erano imbarazzati a dover multare una mamma per un abbraccio al figlio. La multa di 400 euro è pesante per quella povera donna, anche se si ridurrebbero a 280 se pagati entro un mese.
Ma ecco il colpo di scena: Il Coisp (Coordinamento per l’indipendenza sindacale delle forze di polizia) ha annunciato che pagherà la multa e che per farlo contatterà l’avvocato modenese Elisa Fangareggi, presidente di Time4life, che ha già denunciato la vicenda alla magistratura.

Martin Buber, il pedagogista e filosofo austriaco diceva che “il mondo non è comprensibile ma è abbracciabile”.
E allora, cosa aspettiamo?
Abbracciamoci!

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