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Il mondo del catering chiede lo stato di crisi del settore

Milano (Sonia Oliva) – Più di duemila imprese per centomila addetti e un fatturato che si attesta intorno a 2 miliardi e 200 milioni. Questi sono i numeri del settore “banqueting e catering” che oggi ha chiesto al Governo il riconoscimento dello stato di crisi. A inoltrare la richiesta, l’Associazione Nazionale Banquiting e Catering (ANBC), federata da Fipe-Confcommercioe le principali organizzazioni sindacali dei lavoratori del turismo. Una richiesta che sfocia da una situazione drammatica aggravata, a differenza di altre attività, dalla mancanza di prospettive lavorative almeno fino alla fine di quest’anno. Il catering è un settore che “vive” sull’incontro in presenza, condizione impossibile con il distanziamento sociale.
“Il nostro mondo – ha dichiarato Paolo Capurro, Presidente di ANBC (nella foto) – vive di eventi, eventi aziendali, convegni, congressi, cerimonie, matrimoni, premi, fiere. Tutte realtà che sono state cancellate e, nel migliore dei casi, riprogrammate per il 2021. Il fatturato delle nostre imprese è quasi azzerato. Anche ipotizzando che la pandemia finisca presto, non è pensabile una ripresa a breve perché il nostro lavoro si basa su attività programmate che sono state rinviate in massa: gli eventi, benché ormai permessi ed in massima sicurezza rispettando precise regole di distanziamento, non hanno richiesta da parte del mercato”. Nel documento con il quale ANBC e le organizzazioni sindacali chiedono lo stato di crisi del settore si legge: “Le Parti ritengono di comune interesse e non più rinviabile un intervento normativo che riconosca lo stato di crisi del settore e, in conseguenza di ciò, al fine di consentire il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, che sia garantito al settore un sistema organico di interventi specifici”.
Una richiesta diretta, senza inutili giri di parole. Nel dettaglio, viene chiesta una proroga in continuità del Fondo Integrazione Salariale fino al 31 dicembre 2020 per il sostegno al reddito dei lavoratori, con rifinanziamento delle misure, con tempi di erogazione certi e rapidi, unitamente a interventi economici e fiscali (compresi interventi sul cuneo fiscale), per supportare la continuità dell’attività imprenditoriale, quale strategia fondamentale per consentire la conservazione del tessuto aziendale esistente e dei posti di lavoro, anche dopo la fase emergenziale.
“Confidiamo – ha concluso Capurro – che il 2021 possa essere l’anno di una ripresa, sia pura parziale e lenta, del nostro business, ma è fondamentale arrivare a fine 2020 con le imprese ancora in piedi. E questo, nelle condizioni attuali, non è immaginabile né per gli imprenditori né per i lavoratori”.

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