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Da Regione Piemonte: misure restrittive dopo gli scontri in Ateneo

L’assessore Chiorino: “dimostrazione della pericolosità sociale di certi elementi che non devono avere accesso a nessun tipo di sussidio pubblico”

“L’operazione condotta stamane dalle Forze dell’Ordine nei confronti di alcuni antagonisti che, nello scorso febbraio si erano resi protagonisti dei gravi disordini presso la Palazzina Einaudi dell’Università degli Studi di Torino, conferma la pericolosità sociale di questi elementi che non devono, a maggior ragione, beneficiare di alcun sussidio da parte della Regione o di qualsiasi altro Ente, essendo loro i primi a dimostrare, con la violenza delle loro azioni, il disprezzo per la cosa pubblica”. È il commento dell’assessore regionale al Diritto allo Studio Universitario, Elena Chiorino, dopo che stamane la Digos di Torino ha eseguito numerose misure cautelari, tra arresti domiciliari, divieti di dimora e obblighi di firma. “Ribadisco con forza la nostra posizione – prosegue Chiorinocerta che non potrà che essere condivisa dai Magnifici Rettori dei tre Atenei piemontesi, che lavorano con grande impegno per rendere il livello accademico del nostro territorio una vera e propria eccellenza: i delinquenti, i violenti e chi con la forza tenta di impedire ad altri di esprimere le proprie legittime idee non solo non hanno diritto a borse di studio o incentivi, ma non dovrebbero nemmeno trovare spazio all’interno delle Università pubbliche. Enti, va ricordato, finanziati con le tasse degli studenti e di tutti noi, che questi signori non hanno alcuna remora a devastare, mettendo anche in pericolo l’incolumità delle Forze dell’ordine costrette ogni volta a intervenire. A loro va il mio particolare ringraziamento”.

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