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Per Zangrillo il Covid19 esiste ma è molto debole, e minaccia querele

“Dire che il virus oggi non sta producendo una malattia clinicamente significativa non vuol dire affatto negare l’esistenza del Sars-Cov-2. Se poi colleghi universitari milanesi si permettono di dare del negazionista a chi come me è andato in mezzo ai malati e se ne è preso cura, ne risponderanno

Milano (AGI) – “Non datemi del negazionista, il virus esiste ma la malattia è cambiata. Dire che il virus oggi non sta producendo una malattia clinicamente significativa non vuol dire affatto negare l’esistenza del Sars-Cov-2. Rifiuto in tutti i modi la definizione di negazionista”. È quanto afferma, perentorio, in un’intervista a “La Repubblica” Alberto Zangrillo, primario di Terapia intensiva al San Raffaele di Milano e prorettore dell’Università Vita-Salute, in replica intervento al convegno organizzato tre giorni fa in Senato, al quale ha partecipato anche il cantante Andrea Bocelli, al termine del quale gli sono state rivolte accuse di voler negare l’esistenza del virus. Invece, lungi dal negare l’esistenza del virus, Zangrillo nell’intervista insiste su un concetto: “Lavoro di clinica e ricerca – dice – e sin dall’inizio ci siamo occupati dell’epidemia. Io riporto solo l’evidenza, ovvero che oggi il virus non produce una malattia clinicamente rilevante. Ma questo non vuol dire che il virus non esista più: sono stato il primo, già ad aprile, a dire che dovremo convivere con il Sars-Cov-2 finché non arriverà un vaccino”.
Tuttavia intima: “Se poi colleghi universitari milanesi si permettono di dare del negazionista a chi come me è andato in mezzo ai malati e se ne è preso cura, ne risponderanno”.
E a chi non crede che il virus non esista più, Zangrillo dice: “Non è vero che il virus non esiste più e io non l’ho mai detto, così come non ho detto che è mutato. Ho però detto, e lo sostengo ancora perchè questa affermazione si basa sull’osservazione e la cura diretta dei pazienti, che la situazione clinica oggi è diversa”.

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