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Ammiraglio Cavo Dragone è questa l’idea di Marina Militare che ha in testa? A noi fa schifo

di Piero Evaristo Giacobone – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo. Stavolta m’è capitato di vedere un video su Youtube dove nostri marinai e ufficiali si scatenano nel ballo con nostre marinaie e ufficialesse che si dimenano a suon di musica a bordo di una nave da guerra italiana. Questi qua hanno avuto pure il coraggio di postare su Youtube le loro performance fuori luogo. E badate bene, non si tratta di un video galeotto, ma d’un video professionale, girato e montato molto bene, nonché un video ufficiale della nostra Marina Militare Italiana con tanto di logo in sovrimpressione.
Quindi questo è il biglietto da visita della nostra Marina Militare?
Questa è la nostra Marina?
Se è questa, si capisce perché l’Italia coi suoi ottomila chilometri di costa sia un colabrodo, per cui chiunque può arrivare dal mare senza che nessuno gli faccia niente perché distratto in quanto intento a partecipare alle feste danzanti a bordo.
E, badate bene, non è questione di forma, ma di sostanza, di mentalità. Chi balla troppo non pensa a combattere, ma siccome la guerra, pur essendo una porcheria, c’è, un militare in servizio deve pensare solo a quella. Un militare combatte, si concentra sul come fare per difendere se stesso e gli altri dalle aggressioni, sta attento, molto attento a quello che accade, è sempre sul pezzo, mentre questi qua, con queste marinaie divertite, sculettanti e ammiccanti, no.
Non prendiamoci in giro per favore.
Ammiraglio Cavo Dragone è questa la Marina Militare che lei ha in mente? Se è questa, sono molti, moltissimi gli italiani che le chiedono di ridarle dignità, l’efficienza che merita e di cui è certamente capace, necessaria per proteggere la nostra Patria in ogni momento. Per ballare c’è tempo, ci sono le navi da crociera e le discoteche. Le hanno fatte apposta. Non le navi militari. Poi, se i nostri marinai non possono fare a meno di scatenarsi nel ballo, abbiano almeno il buon gusto di non farlo in servizio e di non postare le loro abborracciate esibizioni su Youtube.
Ciliegina sulla torta la frase di chiusura del video, che è in inglese: “Be happy and join the navy”, Sii felice e unisciti alla marina. Anche qui, perché scriverla in inglese visto che la nostra lingua è l’italiano? E poi, bisogna unirsi idealmente alla Marina Militare Italiana quando i marinai ballano o combattono?
Bella domanda.
Una cosa è certa, e cioè che siamo in pieno declino. I tempi sono quelli del relativismo imperante, della mancanza di certezze, della tristezza diffusa, della solitudine.
E mi viene in mente Chesterton quando scrive: “La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi saranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”.
Si dice che i marinai americani abbiano inventato il Boogie Woogie, può darsi, ma è certo che quando combattono non ballano e vincono, noi invece pensiamo a ballare e perdiamo.
Winston Churchill amava ripetere che: “Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”.
L’analogia è evidente.
E io pago.

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