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Brexit: gli amici britannici sono seccati per i dictat franco-tedeschi

Violetta Silvestri di Money – Il Consiglio europeo in corso e iniziato ieri, 15 ottobre, non ha ancora sciolto il nodo Brexit. L’unica certezza dopo una prima giornata di colloqui tra i capi di Stato e di Governo dei 27 Paesi UE è che la questione resta complessa e irrisolta. Da Bruxelles i toni si sono fatti preoccupati e indignati nei confronti di Londra. Nella nota di ufficiale del Consiglio aggiornata a ieri pomeriggio si rileva che “con preoccupazione che i progressi sulle principali questioni di interesse per l’Unione non sono ancora sufficienti per raggiungere un accordo”. Non solo, le nazioni europee sono state invitate a lavorare e prepararsi a tutti gli scenari possibili: il no-deal si avvicina?
Boris Johnson deciderà oggi, 16 ottobre, se abbandonare i colloqui commerciali con l’Unione Europea dopo che i leader dei 27 si sono rifiutati di dargli il segnale chiaro che desidera per rimanere al tavolo.
Sono diversi i temi che ancora non hanno trovato una soluzione condivisa. E che continuano ad alimentare un clima di conflitto. Per esempio, l’UE vuole che il Regno Unito faccia concessioni sugli aiuti di Stato, limitando i sussidi che il Governo può distribuire alle imprese, prima di contemplare i propri diritti sull’accesso alle acque di pesca britanniche.
La dichiarazione del presidente Charles Michel nella serata di ieri sera non ha lasciato molto spazio a interpretazioni: le divergenze ci sono e l’UE non ha intenzione di mollare per un compromesso a tutti i costi. Queste le comunicazioni da Bruxelles:
“La parità di condizioni è fondamentale perché garantisce una concorrenza leale. Se il Regno Unito producesse automobili senza rispettare i nostri standard dell’UE e con il sostegno di enormi sussidi, come possiamo immaginare che avrebbero accesso ai nostri mercati senza tariffe e senza quote? Sarebbe ingiusto e rischierebbe centinaia di migliaia di posti di lavoro europei.”
Un ragionamento chiave che ha rimarcato la determinazione europea a far valere i propri diritti. I progressi sul tema non ci sono e tutti dovranno prepararsi anche al no-deal, ha insistito Michel.
Il Regno Unito è parso piuttosto seccato dai toni provenienti da Bruxelles. La giornata di oggi, venerdì 16 ottobre, potrebbe segnare la svolta o la rottura definitiva dei negoziati sulla Brexit.

 

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