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Fascismo e comunismo sono le due facce della stessa medaglia e ha fatto bene il Consiglio Comunale di Genova a condannare entrambi

di Andrea Guenna – Per un liberale, comunismo e fascismo sono le due facce della stessa medaglia. Quando, nel lontano 1975, nella sede romana del Partito Liberale Italiano in Via Frattina 89, a un corso di arte della politica per i giovani iscritti al Pli – fra i quali chi scrive che aveva 22 anni – un amico chiese al senatore Giovanni Malagodi perché il Pli non si alleasse col Msi di Almirante per formare una grande destra, Malagodi rispose che, pur avendo stima sincera per molti parlamentari del Msi a cominciare da Giorgio Almirante, nonostante il Pli fosse un partito di destra, la sua ideologia era l’esatto contrario di quella del Msi che era in sostanza un partito “socialista di destra” che si rivolgeva alle masse, mentre i liberali, da sempre, si rivolgono all’individuo. Alla stregua di ciò parlare di liberal-socialismo è un ossimoro che mette insieme il partito dell’individuo con quello del popolo. Per i liberali non siamo tutti uguali – e in un periodo storico in cui si tende a valorizzare il “diverso”, questo concetto è di straordinaria attualità – ma tutti devono avere uguali possibilità. Inoltre per i liberali la libertà è sacra, ma non quella selvaggia di certe frange della sinistra, in quanto l’unica libertà possibile è cosciente, tendente in primis a garantire quella di tutti: la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri. Scrivo questo perché a questo proposito c’è una confusione bestiale e mi ricordo ancora, quand’ero studente universitario, che i giovani liberali erano considerati alla stregua dei neofascisti del Fuan. Ebbene io sono antifascista e allo stesso tempo anticomunista, per cui ritengo che la mozione approvata in Consiglio Comunale a Genova che equipara fascismo e comunismo sia giusta. Fascisti e comunisti hanno perseguitato i loro avversari, ma i fascisti meno dei comunisti al punto che lo stesso Stalin ha dichiarato: “A Mussolini si deve rimproverare di non aver messo al muro i suoi avversari”.
Ieri, a Genova, nel frastuono delle consuete e fruste contestazioni comuniste che hanno stancato un po’ tutti, è stato un uomo di sinistra a riportare le cose al loro posto, Mauro Avvenente (nella foto in alto), capogruppo di Italia Viva in Consiglio Comunale che ha votato a favore dell’ordine del giorno. Ha risposto al collega de Il Secolo XIX che gli ha chiesto se non fosse pentito per quel voto: “Deve pentirsi chi ha fatto del male alle persone, chi ha fucilato i partigiani o ha buttato la gente nelle foibe. Noi abbiamo votato un atto che riprende una determinazione dell’Unione Europea che equipara tutti i regimi totalitari e le loro nefandezze”.
Non è per caso che Renzi e i suoi siano dei liberali?

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