Press "Enter" to skip to content

Moda: Made in Italy meno peggio del previsto

Milano – I lockdown che hanno caratterizzato nel 2020 tutti i principali bacini mondiali del made in Italy non lasciavano certo presagire ottimi risultati per i settori di punta dell’italianità. Le esportazioni sono calate a doppia cifra nella moda, nell’arredo e nella cosmetica. Ma, se è vero che il made in Italy riduce nel 2020 il saldo commerciale, la buona notizia è che tutto sommato la bilancia ha tenuto, soprattutto considerato il confronto con il 2019, anno che ha rappresentato un anno particolarmente positivo in termini di vendite all’estero. Lo rivela una analisi condotta da Pambianco sui dati Ice, relativa alle esportazioni e alle importazioni delle aree chiave per il manifatturiero italiano. In particolare, lo studio ha preso in considerazione i dati da gennaio a novembre 2020 (gli ultimi disponibili) di abbigliamento, calzature, pelletteria, gioielleria, occhialeria, mobili, cosmetica, wine e food.
Nell’abbigliamento la flessione delle vendite fuori confine si è attestata a -19% (a 17,4 miliardi di euro), riportando l’export ai valori del 2013-2014. Anche l’import si è contratto, ma ‘limitandosi’ a un -14 per cento. Nel caso delle calzature il turnover estero si è fermato a 8,1 miliardi di euro nel periodo considerato, in calo del 17% contro un import in flessione, anche qui, del 14 per cento.
Più accentuata la frenata della pelletteria, che aveva vissuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. Negli 11 mesi del 2020, l’export è sceso del 24% a 6,4 miliardi di euro, un valore simile a quello registrato quattro anni prima, mentre l’import è diminuito del 19 per cento. Tra le più penalizzate l’occhialeria (-26% export e -22% import) e la gioielleria (-29% export e -37% import). Quest’ultimo rappresenta uno dei tre comparti in cui l’export è calato meno dell’import. Ma con la poco invidiabile particolarità che l’equilibrio positivo è dettato dal vero tracollo delle importazioni.

Comments are closed.