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Come fa una sedicente azienda agricola a realizzare un biodigestore da 35.000 metri quadrati a Valmadonna?

Valmadonna (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo. Dopo alcuni articoli sull’insediamento di un biodigestore anaerobico a Valmadonna, delizioso sobborgo di Alessandria immerso nel Basso Monferrato, zona protetta dall’Unesco, vengo a sapere che la RGP Biometano Srl che ha fatto domanda per realizzare l’impianto è in verità un’azienda agricola, per la precisione si tratta di: Società Agricola Rgp Biometano Srl (immagine a sinistra). Nell’articolo precedente mi ero già stupito per il fatto che qualcuno potesse smaltire scarti d’una trentina di aziende in una zona agricola nonché protetta dall’Unesco. Ma ora vengo a sapere che l’azienda smaltitrice è addirittura agricola per cui non può, per legge, smaltire per contro terzi nessuna sorta di scarti. L’art. 188 del d.lgs. 152/2006 descrive in maniera dettagliata il “sistema” delle responsabilità nella gestione dei rifiuti dell’impresa agricola. All’articolo 1 si legge che l’imprenditore agricolo è produttore di rifiuti speciali dei quali si deve “occupare” o smaltendoli in proprio o affidandoli ad aziende specializzate, che non devono essere aziende agricole, per il loro smaltimento, se non si vuole incappare in sanzioni amministrative o penali. Quindi le aziende agricole, per legge, non possono trattare rifiuti di terzi. Ecco un altro motivo per cui la trentina di contratti di fornitura di scarti di altrettante aziende agricole della zona con la Rgp Biometano Srl sono nulli.
E io pago.

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