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Biodigestore a Valmadonna: il Comune di Alessandria “dorme” ma Locci lo sveglia con una mozione che spiega perché non si può fare l’impianto per produrre biometano

Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e mi tocca scrivere ancora sulla proposta di insediamento di un biodigestore a Valmadonna. L’ipotesi è delirante per una serie di motivi che ho evidenziato negli articoli precedenti e ora anche la Politica si muove. Oggi il Presidente del Consiglio Comunale Emanuele Locci, a nome del Gruppo Consiliare Alessandria Migliore con Locci, ha presentato una proposta di mozione avente lo stesso oggetto di un altro argomento all’ordine del giorno del Consiglio Comunale, la Variante parziale al Piano regolatore, onde permettere al Consiglio Comunale di affrontare urgentemente la questione del progetto del biodigestore per la produzione di biogas a Valmadonna.
“Sono contento di aver sentito un coro pressoché unanime di voci contrarie sul tema della nuova centrale a biomasse – commenta Locciper questo ho ritenuto che il generale orientamento politico dovesse trovare la forza e la formalità di un atto di indirizzo ufficiale da parte del Consiglio Comunale. Ecco perché ho deciso di presentare una mozione nell’ambito della discussione della Variante al Prgc in quanto, se l’amministrazione comunale avesse già recepito come previsto dalla legge il Piano Paesaggistico Regionale, probabilmente questo progetto non potrebbe essere autorizzato”. 
E qui casca l’asino in quanto nel 2017 la Regione Piemonte ha emanato una legge, contenente tutti gli strumenti di pianificazione, urbanistica o territoriale, che devono adeguarsi al Piano paesaggistico regionale (Ppr) che doveva essere applicata entro 24 mesi dalla data di approvazione avvenuta con Dcr n. 233-35836 del 3 ottobre 2017. Ma il Comune di Alessandria sembra averla ignorata.
“Ogni variante apportata agli strumenti di pianificazione – spiega Emanuele Loccied ogni nuovo progetto insistente sul territorio comunale deve dimostrare il rispetto dei contenuti del Ppr stesso e il progetto di impianto per la produzione del biogas a Valmadonna in località Cascina Porcellana sorgerebbe su un’area classificata dal Ppr come di elevato interesse agronomico e come area rurale di specifico interesse paesaggistico. Lo stesso D.Lgs. 387/2003 – aggiunge l’attento politico alessandrino – nel prevedere che impianti alimentati da biomasse possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sottolinea che nell’ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale. Ci sono elementi tecnici sufficienti per opporsi alla realizzazione dell’impianto”.
In buona sostanza con questa mozione il Presidente Locci chiede al Consiglio Comunale di sostenere tre indirizzi politici:

  1. dichiarare la sua contrarietà alla realizzazione dell’impianto di digestione anaerobica di Valmadonna;
  2. impegnare la Giunta Comunale a tenere conto delle novità introdotte dal Ppr in ogni variazione degli strumenti urbanistici e di pianificazione territoriale;
  3. chiedere al Sindaco e agli assessori competenti di assumersi la responsabilità di tutelare l’interesse pubblico alla salute e all’ambiente esercitando la propria attività discrezionale nel dare un chiaro indirizzo politico-amministrativo ai Dirigenti in riferimento all’autorizzazione dell’impianto.

Ma oltre ai principi tecnici da rispettare c’è anche un motivo politico che obbliga gli amministratori pubblici ad impegnarsi al rispetto dell’interesse dei cittadini in base a criteri di difesa della salute e dell’ambiente, e di conservazione delle aree di interesse agronomico e paesaggistico.
“Nel caso dell’impianto di Valmadonna – conclude Loccigli interessi pubblici devono essere tutelati fermando la realizzazione dell’impianto di produzione del biogas ed è necessario che gli organi di indirizzo politico-amministrativo adottino delle scelte nell’ambito della propria discrezionalità al fine di meglio tutelare questi interessi mentre i Dirigenti dovranno adempiere agli indirizzi loro assegnati dalla politica.”

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