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La connessione internet del futuro sarà subacquea e passerà dal porto di Genova

Genova – È Genova il porto ideale, per quanto concerne il Nord Ovest, per l’approdo dei cavi sottomarini lungo i quali viaggia gran parte del traffico di internet. Nel mondo sono 406 e messi in fila sono lunghi 1,2 milioni di chilometri, in Italia sono una trentina e approdano quasi tutti in Sicilia, nessuno al Nord. Genova farà eccezione con GN1, data center che sarà ospitato in una vecchia vetreria dismessa e ristrutturata lungo il torrente Bisagno, a sei chilometri in linea d’aria dalla foce del torrente, dove approderà il cavo sottomarino 2Africa, lungo 37 mila chilometri e del costo stimato in un miliardo di dollari. I lavori dovrebbero essere veloci, al più tardi entro Natale sarà tutto pronto come ha tenuto a sottolineare Emmanuel Becker, managing director per l’Italia di Equinix, società californiana da 5,5 miliardi di fatturato, che costruisce data center nel mondo, spesso all’imboccatura dei cavi sottomarini. 2Africa partirà dall’Inghilterra, per circumnavigare l’Africa e, attraverso Suez, risalire il Mediterraneo e approdare a Genova e poi in Francia e Spagna. Altro cavo che, da Genova, passerà per Israele, Arabia Saudita e Oman per approdare in India è il Blu Raman. La sua posa dovrebbe raggiungere Israele nel 2022 e di lì in poi proseguire fino a Mumbai. L’India-Europe-Xpress, IEX, è l’ultimo dei tre cavi finora progettati che interessano la Liguria, questa volta Vado Ligure: da lì si spingerà nel Mar Rosso, nel Mare Arabico e nel Golfo del Bengala, fino a Singapore e Hong Kong. Dietro questi cavi ci sono i giganti. BlueRaman ha il suo principale promotore in Google e il suo partner italiano in Sparkle (Tim), 2Africa è promosso da un consorzio guidato da Facebook mentre Iex è supportata da Reliance Jio, società indiana di tlc. Importanti le ricadute tanto che i cavi sottomarini sono stati paragonati alle ferrovie della rivoluzione industriale: dove arrivano, portano sviluppo. Anche se Joy Marino, presidente del Mix, lo snodo internet di Milano, avverte: “lo sviluppo ci sarà se i data center non saranno monopolizzati da un solo operatore, ma aperti”.

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