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Al via dal 21 giugno il certificato verde digitale per viaggiare nell’Ue

Bruxelles – Non avrà valore di passaporto il certificato verde digitale che sarà utilizzato dai cittadini a partire dalla prossima estate, esattamente dal 21 giugno. Su questo punto i governi dell’Unione Europea hanno voluto essere chiari. L’avvertenza è una delle novità introdotte ieri dagli ambasciatori dei 27 Paesi dell’Ue, che hanno trovato l’intesa sugli emendamenti al testo proposto dalla Commissione.
In sostanza che cosa è stato stabilito?

  1. Che il possesso del certificato non sarà un pre-requisito per esercitare la libertà di movimento e che non ci saranno discriminazioni.
  2. Che i Paesi potranno continuare a imporre limitazioni ai cittadini Ue che intendono entrare sul loro territorio, come test aggiuntivi o quarantena.

Cambia anche la durata con i governi che hanno preferito fissare una scadenza: 12 mesi. I Paesi avranno sei settimane di tempo per adeguarsi, dal giorno della sua entrata in vigore, al momento prevista per giugno. Ma tutto dipenderà dall’approvazione definitiva: dopo l’intesa tra i 27 al Consiglio Ue, il testo ora dovrà essere negoziato con il Parlamento e non sono esclusi ulteriori emendamenti.
Non dovrebbe subire modifiche, invece, la struttura: il regolamento dice che i governi dovranno rilasciare il documento in formato cartaceo o digitale oppure entrambi, sarà bilingue, in inglese e nella lingua del Paese che lo emette, gratuito, ma in caso di “smarrimento ripetuto” bisognerà pagare, avrà un codice a barre e conterrà i dati anagrafici del possessore. Accanto a questi ci sarà la possibilità di inserire le informazioni legate all’immunità o alla non positività: il certificato di vaccinazione, il risultato di un test sierologico per dimostrare la presenza di anticorpi oppure l’esito di un test rapido o molecolare, quelli riconosciuti dall’Ue, eseguiti da un’autorità sanitaria.
Non garantirà la libertà di circolazione dato che i singoli Stati potranno decidere di imporre comunque delle limitazioni, obbligando per esempio i viaggiatori all’auto-isolamento per un periodo di tempo. Ecco perché al suo interno ci sarà un’avvertenza: “Questo certificato non è un documento di viaggio. Le prove scientifiche sulla vaccinazione, sui test e sulla guarigione dal Covid19 continuano a evolversi, anche in vista di nuove e preoccupanti varianti del virus. Prima di mettersi in viaggio, verificare le misure di sanità pubblica applicabili e le relative restrizioni in vigore nel punto di destinazione”.
I singoli Paesi dovranno riconoscere le vaccinazioni effettuate con i farmaci autorizzati dall’Ema, ma saranno liberi di scegliere se accettare anche quelle effettuate con vaccini approvati solo da alcuni Paesi, come ad esempio Sputnik V, utilizzato in Ungheria.

 

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