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Gavio ha perso la gestione di A21 e parte del sistema autostradale del Nord-Ovest

Tortona (Andrea Guenna) – Sembrava impossibile eppure c’è riuscito: il dottor Beniamino Gavio – certamente mal consigliato dalla pletora di idioti che lo circondano percependo lauti stipendi se dipendenti e facendosi pagare salate fatture se consulenti esterni – stavolta s’è fatto fregare la gestione dell’autostrada A21, la Torino-Piacenza-Brescia, vera e propria gallina dalle uova d’oro, con annessi e connessi. E così, dopo Impregilo, anche l’autostrada è persa. S’è ripetuta, in piccolo, la caporetto finanziaria di nove anni fa quando ha dovuto andarsene con le pive nel sacco dopo lo scontro all’ultimo euro con la famiglia Salini per il controllo della maggiore impresa italiana nel settore delle costruzioni, con un giro d’affari di oltre tre miliardi di euro all’anno. Gli eredi di Marcellino Gavio, da buoni tortonesi, hanno pensato bene di stare a sentire certi preti e prelati, e certi pessimi consiglieri un tempo vicini alla Democrazia Cristiana, al Partito Comunista e ai sindacati, grazie ai quali i padri, molti anni prima, avevano scalato i gradini della piramide sociale (altri tempi), e si sono messi a comprare costose aziende mentre Salini acquistava la maggioranza delle azioni di Impregilo con pochi costi e molti benefici. Così i tortonesi, rimasti per loro sventura culturalmente dei provinciali, convinti di stare a Milano e che il resto del Mondo sia abitato da barbari pagani, mentre Roma è considerata una città come Alessandria, solo un po’ più grande in cui il gioco si controlla facilmente alternando la frusta a un pugno di caramelle, hanno perso Impregilo con Igli Spa (Gruppo Gavio) nel luglio del 2012 a favore della famiglia Salini che ne diveniva la controllante. Quelli del Gruppo Gavio, con la presunzione di chi non ha capito niente, soliti a sottovalutare e disprezzare ogni forma di cultura, rimasero convinti sino alla fine di riuscire a risolvere le cose a proprio vantaggio usando gli uomini e i muscoli di sempre, mandando sul ring l’erede di Marcellino spalleggiato da due incanutiti gladiatori come Binasco e Palenzona. Come era prevedibile, da quel momento fu sempre un vero e proprio massacro. E oggi la storia si ripete, in modo ancora peggiore, non essendoci più a mostrare il petto nudo il fido Bruno Binasco, morto suicida il 28 giugno del 2018, e Fabrizio Palenzona ormai totalmente impegnato a non perdere il posto in uno qualsiasi dei molti Cda di cui fa parte.
Per tutti questi motivi non mi stupisce la sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso presentato dalle società del gruppo Astm (Gavio) contro l’esclusione in sede di prequalifica per l’aggiudicazione delle tratte autostradali “A21 Torino-Piacenza, A5 Torino-Quincinetto, la Bretella di collegamento A4/A5 Ivrea-Santhià, la Diramazione Torino-Pinerolo e il Sistema Autostradale Tangenziale Torinese”. Per il Gruppo Gavio è una disfatta totale perché perde una miniera d’oro con la revoca della gestione del principale sistema autostradale del Nord-Ovest. Purtroppo non pagheranno i responsabili di questo disastro ma i dipendenti che rischiano il posto di lavoro. E i disoccupati non sono mai persone libere. Lo scrivo con grande tristezza, da liberale convinto che la Libertà sia il bene più prezioso perché da lei deriva il benessere, l’indipendenza e la dignità dell’uomo – maschio o femmina che sia – che nasce libero e non c’è motivo per cui non debba rimanere tale.
Sotto si può leggere il comunicato stampa sulla vicenda emanato dallo stesso Gruppo Gavio.

 

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