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Finpiemonte darà una mano alle imprese in difficoltà con un fondo finanziario specifico

Torino – Come salvare le eccellenze storiche piemontesi evitando l’assalto al Made in Italy, alle imprese in difficoltà?
Finpiemonte una soluzione ce l’ha e in questo senso sta costituendo un fondo per gestire operazioni finalizzate alla realizzazione di piani di risanamento e di rilancio aziendale. Un’operazione che parte con un gruzzolo iniziale di 50 milioni recuperato tra risorse di Finpiemonte, regionali e di istituti di credito. Un modo per intervenire, insomma, temporaneamente con lo scopo di risanare l’azienda e poi uscirne. Un intervento limitato a qualche anno, sul modello dei fondi di garanzia gestiti da Cassa depositi e prestiti.
Sarà la finanziaria della Regione a valutare se davvero le aziende che fanno richiesta dell’intervento hanno tutti i requisiti necessari. L’idea del fondo era nata già prima della pandemia per aiutare le aziende che rischiano di subire la trasformazione tecnologica o che potrebbero scomparire perché non hanno possibilità di effettuare un passaggio generazionale ma anche per la convinzione che vadano difese le aziende da infiltrazioni mafiose o dallo shopping indiscriminato da parte di multinazionali che poi non si facciano scrupoli a spostare altrove la produzione.
Nel mirino di questa iniziativa le imprese che stanno attraversando una situazione di criticità finanziaria, con posizioni debitorie difficilmente gestibili: possono essere imprese che abbiano già avviato procedure concorsuali o che abbiano perfezionato accordi di ristrutturazione dei debiti o condiviso piani di risanamento, ma che presentino prospettive di rilancio in base alla qualità del prodotto, quota di mercato e notorietà del marchio. Emblematico, sotto questo punto di vista, la vicenda dell’Embraco, azienda specializzata nella refrigerazione con sede a Chieri. Tra tre giorni per gli operai dovrebbe scattare il licenziamento, secondo i tempi dettati dal curatore fallimentare, Maurizio Gili, ma è arrivata la disponibilità a una dilazione a patto che si intavoli un’interazione coordinata con il ministero del Lavoro per superare quelle che ritiene essere le difficoltà. L’assessore al Lavoro Elena Chiorino sta provando a mediare: ha convocato sindacati e Gili per il 26 aprile. Si confida poi nell’incontro al Mise di venerdì.

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