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25 Aprile: Bella Ciao non era l’inno dei partigiani mentre i comunisti hanno combattuto per Stalin

di Andrea Guenna – È inaccettabile il discorso di Draghi che ha negato la dignità degli italiani che il 25 Aprile sono rimasti dalla stessa parte di quando avevano iniziato a combattere. Hanno sbagliato? Forse, ma non è un buon motivo per additarli come “italiani cattivi”.
“Non tutti fummo brava gente – ha detto ieri il Premier al termine della visita al Museo Storico della Liberazione di Roma – non scegliere è immorale. […] Constatiamo con preoccupazione l’appannarsi dei confini che la storia ha tracciato fra democrazie e regimi autoritari, qualche volta persino fra vittime e carnefici. Vediamo crescere il fascino perverso di autocrati e persecutori delle libertà civili”. Sono concetti pienamente condivisibili – pur se esposti da un banchiere – ma da estendere anche a coloro i quali – per esempio – non hanno mosso un dito per impedire i bombardamenti da parte degli Angloamericani che, in Italia tra il ’43 e il ’45, hanno fatto circa 100.000 vittime incolpevoli. Nessun partigiano, a quanto mi risulta, ha puntato il fucile contro chi ha lanciato o fatto lanciare dal cielo tremendi ordigni causando decine di migliaia di morti. In Alessandria si ricordano ancora i bombardamenti del 30 aprile 1944 e del 5 aprile 1945, quest’ultimo è stato un eccidio inutile perché la guerra era ormai giunta al termine: morirono 160 civili fra cui 40 bambini ospitati dall’asilo di Via Gagliaudo. Ed è proprio perché i bombardamenti alleati hanno quasi sempre ucciso civili, tra vecchi, donne e bambini tanto incolpevoli quanto indifesi, che queste vittime meritano giustizia. Inoltre non si capisce come mai nessun “salvatore della Patria” abbia pensato di impedire questi crimini: dov’erano i responsabili del Cln – Lombardi, Pacciardi, Pertini, Longo, Moranino, per nominarne alcuni – quando gli Angloamericani coi loro bombardieri seminavano terrore e morte nelle nostre città? Per capire meglio cosa sia successo quel 30 aprile 1944 riportiamo un articolo de Il Piccolo pubblicato l’otto maggio del 1944 (https://www.isral.it/wp-content/uploads/2019/01/sacchi.pdf) : “Domenica scorsa, poco dopo il mezzogiorno, Alessandria ha avuto il suo battesimo di sangue. Lunedì notte ha registrato il secondo attacco aereo nemico. I ‘liberatori’ – pilotati da razze promiscue di discendenza barbara, reclutate dagli americani per sfogare il loro odio e la loro totale avversione verso la civiltà secolare europea – dopo aver dato vita ad un vero e proprio spettacolare carosello nel cielo di Valenza hanno preso di mira il centro abitato alessandrino, sganciando a casaccio centinaia di bombe dirompenti, senza discriminazione di sorta, spinti soltanto dalla loro libidine distruttrice. La caccia avversaria di scorta ha mitragliato, da 40 metri d’altezza, la popolazione che in quell’ora affollava le vie e le piazze della città. La seconda incursione, che è seguita lunedi verso mezzanotte, ha avuto carattere spiccatamente terroristico: tant’è vero che il nemico ha fatto uso particolarmente di spezzoni incendiari. La città è stata, nelle due incursioni, duramente provata. Particolarmente colpiti sono stati il Cristo e il Borgo Littorio, rioni popolari abitati prevalentemente da operai e da impiegati… Nell’incursione di lunedì notte, colpito da bomba incendiaria, è andato distrutto il Teatro Municipale… Il numero delle vittime è rilevante e i danni gravi. I morti accertati sono 239, in maggioranza casalinghe (n. 75), bambini e studenti (n. 45), ferrovieri, operai e artigiani (n. 59). I militari deceduti, quasi tutti nella caserma di Cabanette, sono 17”.

La Verità è una
Gli è che essendo stati colonizzati dagli Usa che hanno tenuto lontano il comunismo dall’Italia e quindi dalla Nato, abbiamo dovuto incensare i partigiani, alleati degli Alleati che, dalle numerose testimonianze che ho sentito, almeno per quanto riguarda i Rossi, non erano certo meglio degli altri. Potrei pubblicare le foto dei massacri contro innocenti perpetrati dai partigiani rossi che fanno il paio con quelli dei nazifascisti, ma che forse sono peggiori perché compiuti anche a guerra finita. Ce n’è per tutti e, per quanto riguarda la Guerra di Liberazione, le balle sono forse superiori ai fatti reali, al punto che si gabella perfino “Bella Ciao” come l’inno dei partigiani, un inno che i partigiani non hanno mai cantato per il semplice fatto che è stato composto nel 1946 elaborando, con parole nuove (di Enzo Biagi), una vecchia canzone delle mondine di Piacenza (vedere il video sopra).
E mentre sono ancora in attesa del comunicato dell’Anpi che avevo chiesto in merito già l’anno scorso, ricordo a Draghi che i cattivi, cioè i Ragazzi di Salò, erano circa 400.000 mentre i “buoni”, cioè i partigiani erano, a dicembre 1944 (archivio Ministero Difesa) solo 52.000 suddivisi in:

  • 25.000 (48%) delle Brigate Garibaldi (Pci),
  • 15.000 (29%) di Giustizia e Libertà, e del Partito d’Azione (Socialisti),
  • 10.000 (19%) autonomi di area di centro (Liberali e Democristiani),
  • 2.000 (4%) tra socialisti delle Brigate Matteotti e repubblicani delle Brigate Mazzini e Mameli.

Stando ai numeri, è del tutto evidente che la guerra partigiana è stata inutile (contro il mezzo milione di Alleati e i 400.000 Ragazzi di  Salò), ma è stata soprattutto una guerra civile voluta dai comunisti che volevano prendere il potere in Italia proprio mentre Palmiro Togliatti era il regista da Mosca in qualità di segretario di Stalin (ma va?).
E allora, per favore, diciamola tutta.
Viva l’Italia Libera e Liberale.
E anticomunista.

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