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C’è sempre da imparare: non sapevamo che i giudici fallimentari lavorassero fino a mezzanotte

di Louis Cyphre – A proposito del triste epilogo che ha interessato il Gruppo Cerutti di Casale ormai in liquidazione, sul solito foglio si legge: “Il 3 maggio infatti, data ultima per la presentazione, [la presentazione delle offerte d’acquisto] durava fino a mezzanotte e solo oggi si avrà l’ufficializzazione di quanto è stato depositato al tribunale”. Naturalmente la notizia – palesemente falsa – è stata ripresa anche dall’altro fogliaccio illeggibile, a rimorchio.
Mezzanotte? Ma come, il termine ultimo per la presentazione non era lunedì 3 maggio alle 12? Sta a vedere che qui da noi, all’improvviso, curatori, giudici fallimentari e cancellieri hanno deciso di lavorare fino a mezzanotte. Che orario potrebbero fare? Dalle 14 alle 18 – pausa pranzo – e poi dalle 20 alle 24? Oppure dalle 10 alle 12 per poi riprendere alle 17 fino alle 20 e poi  ancora dalle 21 fino alle 24? No, non è così perché potrebbero scegliere di lavorare solo al buio (per aumentare la riservatezza) con un orario che va dalle 20 alle 24 – pausa pisolino – e dall’una del giorno dopo fino alle 5. No, no, non può essere, per cui abbiamo tentato di  chiedere direttamente ai cronisti che hanno scritto della disponibilità del tribunale ad accettare le offerte fino a mezzanotte, senza successo: forse erano andati a dormire perché avevano atteso la mezzanotte insieme ai giudici e ai  cancellieri.
E la procedura? Che fine ha fatto la procedura? Come è stato possibile infrangerla? Abbiamo riunito la redazione e ci siamo scervellati nel tentativo di capire come fosse possibile per un giudice cambiare all’ultimo momento le regole del gioco concedendo una proroga per presentare le offerte d’acquisto della Cerutti che stava per essere dichiarata fallita. Ma come, tutto il mondo sapeva che il termine ultimo era mezzogiorno e poi, tac, con un colpo di mano il giudice fallimentare prorogava la scadenza e consentiva – a chi? – di presentare un’offerta fino a mezzanotte. E se ci fosse stato qualcuno interessato all’acquisto che non sapeva della proroga decisa in fretta e furia all’insaputa dei più?
O è la solita balla madrogna, o la cosa puzza.
Forse è meglio concedere un’altra proroga fino a mezzogiorno di oggi. Non si sa mai.

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