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Che fine ha fatto il “deposito librario aggiuntivo” della biblioteca civica di Alessandria?

di Renzo Penna – Era il 7 marzo 2017, oltre quattro anni fa, quando la Commissione Cultura del Comune discusse  come dare concreta soluzione a uno dei problemi strutturali di cui soffriva la Biblioteca Civica di Alessandria: la mancanza di un “Deposito librario aggiuntivo”. Ed è dalla fine del 2011 – 10 anni fa – che, per liberare il “Deposito librario” di via Scazzola (ex Legrand), libri, giornali e riviste erano stati traslocati nei magazzini del Provveditorato di Via S. Giovanni Bosco, dove, ho di recente verificato, sono tutt’ora ammassati in maniera disordinata e non possono essere consultati.
Per comprendere l’importanza anche quantitativa del “Deposito” basta sapere che, se nella sede di piazza Vittorio Veneto sono contenuti 6.000 metri lineari di materiale ordinato, consultabile, controllato sotto il profilo della sicurezza e dei parametri ambientali indicati dalla Sovrintendenza, nel magazzino di via S. Giovanni Bosco si trovano accatastati circa 3.100 metri lineari di materiali librari.
La mancanza di un Deposito librario aggiuntivo ha avuto, in questi anni, per la Biblioteca Civica di Alessandria numerosi effetti negativi, perché non ha permesso:

  • di acquisire nuove donazioni librarie e documentarie per mancanza assoluta di spazio come, ad esempio, una parte (i volumi che riguardavano Alessandria, la sua città) della biblioteca e dell’archivio di Umberto Eco;
  • di osservare le disposizioni del Ministero dei Beni e le Attività Culturali che individuano la Biblioteca Civica di Alessandria come la sede dell’archivio della produzione editoriale edita nella provincia (una copia di libri, opuscoli, periodici, carte geografiche e topografiche, atlanti, manifesti e musica a stampa);

Nella Commissione Cultura del 2017 – presente l’Assessore alla Cultura, la responsabile della Biblioteca e il responsabile della manutenzione degli immobili comunali Maurizio Fasciolo – vennero indicati i locali assegnati alla Biblioteca per il “Deposito librario aggiuntivo” e illustrati i lavori necessari per contenere e sistemare in maniera adeguata i materiali librari. Lavori non particolarmente rilevanti (pulizia e tinteggiatura locali, sistemazione impianto elettrico, montaggio scaffali, etc…) visto che la spesa fu quantificata in meno di 40 mila euro, una entità che consentì l’assegnazione diretta dei lavori. La nuova sede, di proprietà del Comune, si trovava e si trova al n. 28 di via S. Giovanni Bosco e la vicinanza con il magazzino comunale, dove si trovano i libri, avrebbe dovuto rendere più semplice l’esame del materiale e il suo trasferimento.
Mi risulta che i lavori furono avviati e quasi del tutto ultimati entro il 2017. Mancava e, ho verificato, tutt’ora manca il montaggio delle scaffalature. In più di quattro anni non si è riusciti a ultimare lavori finanziati e della durata di pochi mesi.
A proposito di cultura, si parla genericamente, in queste settimane, di trasformare Alessandria da città con l’Università a “città universitaria” e uno degli elementi di fondo per conseguire questo obiettivo: la Biblioteca Civica del capoluogo possibile punto di raccordo e connessione tra le biblioteche del dipartimento delle materie umanistiche dell’Università (Digspes) e di quelle tecniche-ambientali (Disit), viene da anni lasciata senza risorse e con personale sempre più esiguo.
E, in aggiunta, in quattro anni non si è riusciti a sistemare il “Deposito librario aggiuntivo”.

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