Press "Enter" to skip to content

Piste ciclabili sui binari inutilizzati? “No grazie”

Asti – Nessuna riconversione delle linee ferroviarie dismesse in piste ciclabili. Piuttosto la riapertura a fini turistici se non sarà economicamente possibile la riattivazione delle linee per il trasporto dei pendolari.
Sono i punti fermi venuti fuori dal convegno nazionale online “Futuro sospeso – la situazione ferroviaria piemontese”, durato oltre tre ore promosso da Alleanza per la Mobilità Dolce e Legambiente.
Come rilevato da Giorgio Prino, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, il Piemonte vanta il poco piacevole record di ben 15 tratte ferroviarie sospese, per cui sarebbe fondamentale riaffermare il ruolo del trasporto pubblico locale e in particolare quello su ferro, in tutta Italia e soprattutto in Piemonte, regione notoriamente afflitta dall’inquinamento atmosferico, in un momento storico in cui il tema della lotta ai cambiamenti climatici diventa prioritaria.
Al convegno, organizzato nell’ambito delle giornate delle Ferrovie delle Meraviglie per la presentazione di un report nazionale sulle numerose tratte ferroviarie sospese o con grandi difficoltà, hanno partecipato studiosi dei trasporti, rappresentanti dei territori piemontesi, enti ed associazioni.
Da parte di Luigi Cantamessa, direttore della Fondazione FS, è stata ricordata la lungimiranza di Cavour nel sostenere la rete ferroviaria piemontese, le opere di inizio secolo per ammodernarla ma anche l’opera di riattivazione di numerose tratte sospese per permetterne la fruizione turistica con i treni storici mentre Massimo Gaspardo Moro, responsabile nazionale Fiab, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, ha ricordato la necessità di integrare il trasporto ferroviario con l’uso della bicicletta, e confermato la contrarietà a trasformare linee ferroviarie sospese in ciclovie.
Angelo Porta, vicepresidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta ha poi introdotto e spiegato la peculiare situazione del trasporto ferroviario in Piemonte, dove sono sospesi 483 chilometri di linee (un terzo dell’intera estensione regionale) che servono un bacino di 430.000 abitanti,
Infine l’architetto Giovanni Currado, consigliere dell’Agenzia per la Mobilità Piemontese, ha ricordato la storia delle ferrovie piemontesi con particolare sguardo alla Asti-Castagnole-Alba ed il ruolo fondamentale che hanno avuto nello sviluppo economico delle aziende vinicole.

Comments are closed.