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Da Vercelli a Biella i vandali spaccano tutto per festeggiare la fine del coprifuoco: sarà meglio rimetterlo

Vercelli – Andiamo sempre peggio: le ultime generazioni sono ignoranti, prepotenti e viziate. Lo dimostrano appena se ne presenta l’occasione come è successo una di queste sere quando, per festeggiare la fine del coprifuoco da Covid19, le telecamere a circuito chiuso del Comune hanno ripreso una ragazza mentre rovescia, una dopo l’altra, le fioriere tra piazzetta Pugliese Levi e via Verdi, pieno centro di Vercelli. È appena passata la mezzanotte di giovedì e si scatena la rabbia folle dei vandali sotto gli occhi di alcuni residenti che consegneranno i filmati alle forze dell’ordine e ai giornali. Le immagini finiscono su internet, fioccano i commenti: gli stessi che si sono ripetuti nella prima settimana di liberi tutti, col centro preso in ostaggio dalla tribù della notte. I carabinieri, avvisati da abitanti sempre più esasperati, arrivano e riescono a identificare tre persone. Sono due ragazze, tra i 24 e i 26 anni, e un ragazzo. Tutti vercellesi: per loro scatta la denuncia per danneggiamento aggravato. Alla fine i tre ammettono le loro responsabilità e raccontano ai militari che dietro a quella notte da vandali ci sarebbe l’euforia di poter tornare alla libertà dopo la fine del coprifuoco. Ebbene la risposta è semplice: calci in culo e camminare. In settimana, dopo la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, era stato preannunciato un giro di vite con un aumento dei controlli. Ma non è bastato. Ripeto: calci in culo e camminare. In via Verdi hanno rovesciato sistematicamente tutto ciò che si poteva rovesciare, tranne i tavoli pesanti. Hanno iniziato attorno a mezzanotte e mezza, e hanno continuato per diverso tempo solo per il gusto di spaccare qualcosa. Non c’è rispetto per nessuno. Ripeto: calci in culo e camminare, e i comitati ,lo hanno capito perfettamente quando in una nota fanno sapere che, “Se nessuno, tra le forze dell’ordine, ci difende, allora ci difenderemo da soli”. L’idea dei vigilantes rimane sempre valida, se la situazione non cambia. A Torino un gruppo di abitanti delle vie della movida ha intentato una causa nei confronti del Comune, chiedendo i danni per i rumori molesti. Intanto altri cittadini inviano ai giornali immagini delle notti impossibili.
Come a Viverone nel biellese dove la movida, per stessa ammissione del questore, “è in balia di un branco di incontrollabili”. Mercoledì, sulle sponde del lago, sono arrivate decine di giovanissimi che hanno trasformato la serata in un incubo per gli operatori, danneggiando alcuni locali e reagendo con minacce alle rimostranze dei proprietari. Una serata infernale, finita a tarda notte col triste conto dei danni e la rabbia per le intimidazioni ricevute, oltre che per l’essersi ritrovati, non per la prima volta, in balia dei vandali. Il sindaco Renzo Carisio ha organizzato già ieri un incontro coi gestori di locali più coinvolti nella movida: “Li ho sentiti molto sfiduciati – ha detto al cronista -, non è possibile che un branco possa fare quello che vuole senza che si riesca a fermarlo”. Per questo Carisio ha scritto al questore Triolo chiedendo una convocazione urgente del comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. “Abbiamo bisogno che le forze dell’ordine intervengano in maniera decisa – dice il sindaco -, perché episodi del genere non si ripetano. I controlli effettuati fino a ora sono insufficienti, ci sentiamo abbandonati e in balia dei gruppi di violenti che arrivano da fuori provincia e prendono in ostaggio il lago per tutta la notte”.
Se non otterrà delle risposte delle istituzioni il primo cittadino è pronto a mettere in atto decisioni drastiche: “Sarò obbligato a firmare un’ordinanza per bloccare la movida. Quindi niente più serate danzanti in riva al lago. Credo che gli imprenditori turistici più assennati siano d’accordo, anche loro non ne possono più”.

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