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Le tolgono la figlia di sei anni e lei minaccia il suicidio: Novi come Bibbiano?

Novi Ligure – Sono molti gli aspetti oscuri di una strana storia che ha visto una donna marocchina di 40 anni opporsi disperata agli assistenti sociali del Comune di Novi (assunti e istruiti dalle giunte rosse precedenti) che le hanno portato via la figlia di 6 anni affidata ad un centro “Casa Famiglia” della zona. Una di loro aveva chiesto di controllare le condizioni della bambina – che sta benissimo – ma la madre ha avuto paura che gliela portasse via, e ha minacciato di togliersi la vita se ciò fosse accaduto. Tutto è avvenuto in rapida successione ieri mattina tra le dieci e mezzogiorno in un appartamento al primo piano in un condominio di Via Paolo Giacometti 31, nel centro storico, davanti a Palazzo Pallavicini, la vecchia sede del Municipio. Per convincere l’operatrice dei servizi sociali, la donna aveva detto che la bambina sarebbe partita il giorno dopo per la Francia dove vivono i nonni, per un breve periodo di vacanza. Niente da fare, la bambina doveva essere portata via. Mentre l’assistente sociale chiamava rinforzi, la madre marocchina, dopo essere riuscita ad affidare la figlia al vice sindaco Diego Accili titolare di un’agenzia al primo terra dello stesso stabile, ha fronteggiato l’arrivo degli agenti della polizia locale (assunti e istruiti dalle giunte rosse precedenti) scagliando contro di loro vari oggetti nel disperato tentativo di tenerli lontani. Quindi s’è barricata in una stanza minacciando il suicidio, ma gli agenti effettuavano un’irruzione, sfondando la porta. La donna non si dava per vinta e si chiudeva in una seconda stanza con una cintura legata al collo e fissata a una sedia, minacciando di buttarsi dalla finestra facendo intendere di volersi impiccare. I vigili effettuavano una seconda irruzione aiutati dai pompieri, che erano nel frattempo giunti sul posto a dar manforte, e riuscivano finalmente ad immobilizzare l’aspirante suicida.
Quale sia il motivo di questa procurata tragedia ci sfugge, anche perché, chiamati al telefono sia i vigili urbani che gli assistenti sociali di Novi Ligure, non solo non ci hanno fornito nessun aggiornamento in merito, nonostante ci fossimo presentati come giornalisti spiegando il motivo della telefonata, ma ci hanno addirittura chiuso il telefono in faccia.
Di certo resta la sospetta omertà degli addetti ai lavori (Vigili Urbani e operatori dei servizi sociali) nel non rispondere alle legittime domande del cronista.
Ancor di più ci ha insospettito il rifiuto della sedicente responsabile dei servizi sociali a declinare le generalità, fatto gravissimo in regime di libertà nel quale la nostra Italia vive ancora, in quanto ogni responsabile di servizi pubblici deve dichiarare chi è a chi lo richiede.
Fatto gravissimo è anche la mancanza di motivazione dato che la bambina sta bene, va a scuola e ed è accudita benissimo dai genitori.
Questi metodi odiosi, comunisti e sovietici di violazione della libertà personale, fanno pensare che la contaminazione bolscevica delle menti e degli Enti perpetrata nei decenni passati abbia lasciato il segno, al punto che i Comuni con tradizioni politiche da trinariciuti si somigliano un po’ tutti.
Come anche Novi e Bibbiano.

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