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Ha vissuto tra le province di Biella e Vercelli il marocchino ucciso a Voghera da un assessore leghista

Biella – Risulta essere Ponderano, provincia di Biella, l’ultimo indirizzo conosciuto dove aveva abitato Youns El Bossettaoui, il trentottenne marocchino ucciso martedì sera a Voghera con un colpo di pistola dall’avvocato e assessore alla sicurezza Massimo Adriatici. Lì i carabinieri di Biella erano andati lunedì per eseguire l’ordine di cattura nei suoi confronti per ricettazione. Una formalità, dato che Bossettaoui aveva lasciato il Biellese già nel 2012, in contemporanea coi suoi familiari che abitavano a pochi metri di distanza dal suo appartamento. Da quel momento è sempre stato un irregolare senza fissa dimora, avvistato spesso a Voghera e dintorni, da cui però si allontanava anche per lunghi periodi. Per lui il giorno della morte era quindi scattata la segnalazione di ricerca su tutto il territorio nazionale.
Il padre di Youns, Mohamed, dopo aver vissuto e lavorato a Santhià si era trasferito con la moglie a Livorno Ferraris. L’uomo non ha rilasciato dichiarazioni e ha rimandato tutto ai suoi avvocati, Marco Romagnoli e Debora Piazza del foro di Milano. Ieri la famiglia di Youns faticava ancora a realizzare l’accaduto. In casa coi genitori da qualche giorno è rientrata una sorella, Fatiha, arrivata dalla Francia.
A differenza dei familiari la vita di El Bossettaoui, una volta lasciata la provincia biellese, aveva preso una strada storta e in salita. Era rimasto, a differenza del padre che aveva ottenuto la cittadinanza italiana, un irregolare, ignorando i vari ordini di lasciare il territorio italiano. Si era inoltre messo più volte nei guai, collezionando denunce per spaccio, reato che l’aveva portato anche in carcere, e poi per minacce, resistenza, danneggiamento, evasione, porto di oggetti atti a offendere. Negli ultimi tempi gravitava esclusivamente a Voghera, infastidendo i clienti del bar davanti a cui è stato ucciso. Qualche volta poi chiedeva scusa. Stavolta non ha fatto in tempo.

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