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La zia di Eitan “rapito” dai nonni materni: ignorati gli ordini del giudice e le nostre richieste

Pavia (Ansa) – La Procura di Pavia ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona nel caso di Eitan Biran, il piccolo, unico sopravvissuto della tragedia del Mottarone, che i nonni materni hanno portato in Israele sottraendolo alla zia Aya che ne è anche tutrice legale. Lo si apprende da fonti qualificate. Eitan è “cittadino italiano, Pavia è la sua casa dove è cresciuto, noi lo aspettiamo a casa, siamo molto preoccupati per la sua salute”, ha detto la zia Aya. Ieri – ha detto la zia, c’è stata una “mossa gravissima, un’altra tragedia per Eitan”, messa in atto dalla famiglia materna e “voglio anche portare a conoscenza” delle autorità israeliane “che il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna, e tutti i suoi appelli sono stati respinti in 3 gradi di giudizio”. Lo ha detto ai cronisti davanti alla sua casa la zia paterna del piccolo Eitan con a fianco i suoi legali, tra cui l’avvocato Armando Simbari. “L’ordine della giudice – ha detto – le mie richieste e le richieste ai legali della famiglia Peleg sono stati ignorati”. Il Tribunale di Pavia, ha aggiunto, aveva ordinato “alla famiglia Peleg di consegnare a me entro il 30 agosto” il passaporto israeliano del bambino “che era in possesso, per motivi non chiari, del nonno materno”. La famiglia paterna ha nominato ora anche una “protutrice, l’avvocato Barbara Bertoni, per garantire maggiormente la tutela”.
“Parlo solo per chiarire che abbiamo agito per il bene di Eitan”, ha detto in una intervista alla Radio israeliana 103 Gali Peleg zia materna del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, che è stato portato in Israele dal nonno, nonostante un giudice l’avesse affidato alla zia paterna in Italia. “Eitan – ha aggiunto – ha urlato di emozione quando ci ha visto ed ha detto ‘finalmente sono in Israele'”. “Non ha cessato di emozionarsi – ha proseguito – e di dire che noi siamo la sua vera famiglia. Ha detto di sentirsi fra le nuvole. Finalmente gli è tornato il colore sul viso”.
“Siamo stati obbligati, non avevamo più saputo quali fossero le sue condizioni mentali e di salute”. Così Gali Peleg, zia materna di Eitan in Israele, si è riferita nell’intervista a Radio 103 all’arrivo del piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone nel Paese. “Non lo abbiamo rapito, lo abbiamo riportato a casa”, ha spiegato aggiungendo che quella è una parola che “non useremo”. “Potevamo solo vederlo per breve tempo. Ci hanno tenuto nascoste le sue condizioni di salute. Lo abbiamo riportato a casa, così come i genitori volevano per lui”. Gali Peleg ha poi detto che la custodia alla zia paterna “risulta irregolare”.
“Ho appreso questa notizia stamattina, è stata una doccia fredda, io mi occupo solo del risarcimento del danno, avevo sconsigliato di fare questa guerra sulla pelle del minore”. Così l’avvocato Franz Sarno, legale solo sul fronte del risarcimento del danno per la tragedia della funivia del Mottarone di Shmuel Peleg, nonno materno del piccolo Eitan, unico sopravvissuto, ha parlato del presunto rapimento da parte dell’uomo che ha portato ieri il bambino in Israele.
“Milano ha appreso con sgomento la notizia del sequestro del piccolo Eitan ed esprime una decisa condanna nei confronti di questo gravissimo atto che viola le leggi italiane ed internazionali”: così ha detto il presidente della Comunità ebraica milanese Milo Hasbani. “L’augurio – ha aggiunto – è che la vicenda si risolva nel più breve tempo possibile nella direzione dell’ottemperanza della decisione del Tribunale dei minori”.
“Me lo sentivo che quella famiglia avrebbe fatto qualcosa di sporco per aggirare la legge italiana”. Esordisce così, in un’intervista al Corriere, Or Nirko, lo zio materno di Eitan, il bambino unico sopravvissuto alla strage del Mottarone. “Arrivare però al punto – prosegue – di organizzare un sequestro vero…che dire? Siamo disperati”. “La sua vita – aggiunge -era già fin troppo difficile, non meritava altra sofferenza”. Dopo la tragedia del 23 maggio scorso, in cui persero la vita i genitori, il fratellino e i bisnonni di Eitan Biran, 6 anni (in tutto morirono 14 passeggeri della funivia precipitata) il piccolo è stato affidato dal Tribunale di Torino alla zia paterna, Aya Biran, che vive in provincia di Pavia con il marito, Or Nirko, e due figlie che frequentano le stesse scuole di Eitan. Cosa su cui non erano d’accordo i genitori di Tal Peleg, la mamma del piccolo. “Purtroppo i Peleg avevano in custodia il passaporto israeliano di Eitaan – precisa lo zio -. Noi lo abbiamo chiesto indietro, e il giudice tutelare aveva stabilito una data per la restituzione, il 30 agosto. Ma non ce lo hanno dato e così, visto che ai nonni materni non è stato revocato il diritto di visita, come avevamo chiesto, è andata come è andata. La loro posizione – aggiunge – è stata subito antagonistica. Dicevano che con noi sarebbe cresciuto senza legami con la sua identità. Ma meglio vivere con una famiglia come quella? In Israele il nonno ha avuto una condanna per abusi domestici”.
“È troppo grande il dolore per poter dire qualcosa in questo momento”. Madre Paola Canziani, superiora dell’Istituto Canossiane di Pavia, dove si trova la scuola d’infanzia frequentata dal piccolo Eitan questa mattina fatica a trovare le parole per commentare il ‘rapimento’ del bambino riportato ieri in Israele dal nonno materno Shmulik Peleg. E’ questa l’ipotesi sulla quale sta indagando la Procura di Pavia dopo che ieri sera Ayna Biran Nirko,- zia e tutrice di Eitan che ospitava il nipotino, 6 anni, unico superstite della tragedia del Mottarone dello scorso 23 maggio (nella quale ha perso i genitori, il fratellino e i bisnonni materni) nella sua casa di Travacò Siccomario (Pavia) -, ha presentato denuncia alla Questura di Pavia. “Da una settimana Eitan era tornato nella nostra scuola – ha spiegato Madre Paola -. Era contento di essere rientrato tra noi, in mezzo agli altri bambini. Si muove ancora con il suo girello, per i problemi provocatigli dall’incidente. Ma era sorridente”. Madre Paola sottolinea il legame con la zia: “Le è davvero molto attaccato, per lui è un punto di riferimento fondamentale. È davvero un grande dolore pensare che sia stato portato via così”.

 

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