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Il “Figlio dell’Avvocato”, invece di fare gli interessi degli italiani, fa quelli dei politici

di Louis Cyphre – Si dice che io sia il Maligno. È vero ma è altrettanto vero che quelli che passano per salvatori della Patria non siano meglio. Infatti, in un momento di grande sofferenza per gli italiani, i nostri politici, col placet del “Figlio dell’Avvocato”, hanno pensato di aumentarsi lo stipendio. Invero la Legge di Bilancio aumenta i compensi di sindaci, presidenti dei consigli comunali e assessori delle città con una spesa da parte dello Stato di 200 milioni. La nuova regola cambia i limiti ai compensi agganciandoli a quelli dei presidenti di Regione, ovvero 13.800 euro lordi al mese come massimo e in decrescita in base alla dimensione demografica dei comuni. Nei piccoli centri gli incrementi possibili sono ancora più ampi, perché oggi i tetti di legge non sono quasi mai raggiunti. Attualmente le indennità di sindaci e assessori sono stabilite dal decreto 119/2000 del ministero dell’Interno. Per i primi cittadini delle città con oltre mezzo milione di abitanti è previsto un tetto mensile lordo di 7.799 euro. Per i comuni fra 250 e 500 mila residenti il compenso è di circa 5.800 euro mensili. Il balzo è di tutto rispetto: da 7.000 a 13.000 euro (+46%) per i sindaci delle grandi città mentre nei capoluoghi più piccoli, si arriva addirittura a incrementi del 160%. Poi ci sono vicesindaci, assessori e presidenti dei consigli comunali. Queste figure hanno un’indennità parametrata su quella dei loro sindaci. E quindi le percentuali salgono con il crescere della dimensione demografica. I vicesindaci delle città metropolitane possono arrivare a 7.500 euro nel 2022, 8.732 nel 2023 e 10.350 nel 2024, con un incremento del 97%. Per gli assessori delle grandi città il compenso nel 2024 arriverà a 8.970 euro. La stessa cifra si metteranno in tasca i presidenti dei consigli comunali.

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