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I treni della linea Acqui – Ovada – Genova, se viaggiano, vanno a 33 all’ora

Acqui Terme (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e stavolta devo scrivere a proposito delle fantomatiche ferrovie italiane.
Non c’è niente da fare, per chi deve andare a Genova in treno partendo da Acqui o da Ovada il viaggio è un calvario. Certamente – e lo scrivo con rammarico – andava meglio ai tempi del senatore Giuseppe Saracco di Bistagno che volle e ottenne la linea ferroviaria Genova-Ovada-Acqui per favorire i collegamenti fra Liguria e Piemonte. I lavori iniziarono verso il 1890 e il 14 novembre 1892 era abbattuto l’ultimo diaframma della galleria Cremolino, tra Prasco e Molare.
Il tutto ha sempre funzionato alla perfezione, ma nel terzo millennio – cioè al giorno d’oggi – per fare 45 chilometri (Acqui – Genova Principe) su quella tratta ci vogliono 65 minuti (alla media di ben 41,5 Km/h), mentre se c’è un ritardo – cioè quasi sempre – di minuti ce ne vogliono 80 (un’ora e venti) per viaggiare all’infame media di 33,75 Km/h.
Non basta, perché nei vagoni ci sono condizioni igieniche da carro bestiame.
Ma fra i viaggiatori, che sono in massima parte pendolari, se possibile, aumentano ancora le preoccupazioni (al peggio non c’è mai fine) a causa del fantomatico quanto temuto “Piano Neve” (predisposto da quei fenomeni delle Ferrovie) che, in caso di nevicate, non prevede molto semplicemente i ferrovieri col badile ma il taglio delle corse. Speriamo che nevichi poco.
Per fortuna è stato indetto un tavolo tecnico (quello non manca mai) tra i rappresentanti della Regione Liguria, il comitato Difesa Trasporti Valli Stura e Orba, e Trenitalia che, come al solito, non è servito a niente
Questa è l’Italia di oggi. E allora ben vengano i francesi guidati da quel simpaticone di Macron a colonizzarci, almeno loro le ferrovie le fanno funzionare molto meglio di noi.
E io pago.

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