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Foggia: indagata per caporalato la moglie del capo dipartimento immigrazione del Viminale che si dimette

Foggia – Da un’inchiesta sul caporalato effettuata dalla Procura di Foggia con la collaborazione dei Carabinieri, risultano 16 indagati di cui 5 tratti in arresto. Da indiscrezioni di stampa, risulterebbe indagata  anche Rosalba Bisceglia, moglie del prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, 62 anni, che dal 14 maggio 2019 è il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione. I fatti oggetto d’indagine risalgono al periodo che va dalla fine del 2019 al 2020 quando Ministro degli Interni era Luciana Lamorgese insediata il 5 settembre 2019.
Ora per la donna è scattato l’obbligo di dimora, mentre le manette sono scattate per due stranieri, un senegalese e un gambiano che sono finiti dentro, mentre gli altri tre, tutti pugliesi, sono fini agli arresti domiciliari.
Per gli altri 10 indagati è scattato l’obbligo di firma.
L’indagine era partita nel 2020 e aveva portato a verifica giudiziaria su oltre dieci aziende della zona con un giro d’affari complessivo di cinque milioni l’anno: una di queste vede tra i propri soci amministratori proprio la moglie del prefetto.
L’indagine, condotta dai militari del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia Carabinieri di Manfredonia e da quelli del Nucleo ispettorato del lavoro di Foggia, è incentrata sullo sfruttamento cui erano sottoposti numerosi braccianti extracomunitari provenienti dall’Africa, impiegati a lavorare nelle campagne della Capitanata. Tutti dormono nella nota baraccopoli di Borgo Mezzanone, un accampamento che ospita circa duemila persone in pessime condizioni igienico-sanitarie e forte stato di bisogno.
In seguito all’imbarazzante vicenda il prefetto Di Bari si è dimesso.

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