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Eppure ci provano: Green pass, un microchip sottopelle per essere sempre controllati

Roma ( Alessio Esposito de Il Messaggero) – Un microchip impiantato sottopelle che permette agli utenti di avere sempre con sé il proprio passaporto vaccinale. È la proposta (o forse la trovata pubblicitaria) di un’azienda svedese, la Epicenter, e sembra destinata a far discutere: un impianto sottocutaneo capace di custodire i dati della certificazione verde europea. “L’obiettivo – spiega il capo della distribuzione Hannes Sjöblad in una nota – è quello di rendere più semplice esibire il proprio Green pass, in modo tale che gli utenti non debbano più stampare il Qr code o tirare fuori lo smartphone ad ogni controllo”.
L’impianto può essere letto da qualsiasi dispositivo con la tecnologia NFC (Near Field Communication), già in uso per i pagamenti contactless ed i sistemi di accesso senza chiavi. “Gli impianti – ha aggiunto Sjöblad – sono una tecnologia molto versatile che può essere utilizzata per molte cose diverse e, in questo momento, può essere molto conveniente avere un passaporto Covid sempre accessibile sul proprio chip. Nel caso in cui il tuo telefono esaurisca la batteria il pass è sempre a tua disposizione. È così che usiamo questa tecnologia oggi, l’anno prossimo la useremo per qualcos’altro”. La procedura è completamente reversibile, spiega Epicenter, e non richiede un’app speciale per funzionare. Il microchip può essere impiantato nel braccio, oppure nella mano, fra indice e pollice. A quel punto, avvicinando al chip uno smartphone o un lettore di altro tipo, in meno di un secondo si può conoscere lo stato vaccinale dell’utente.
L’impianto di Epicenter non è una novità: l’azienda, infatti, utilizza questa tecnologia già da anni. Nel 2015 la società annunciò di aver impiantato a più di 100 dipendenti un microchip che consente loro di aprire porte, utilizzare stampanti o acquistare frullati con un semplice movimento della mano. L’impianto viene inserito con una semplice iniezione, mentre con un clic sulla siringa viene iniettato un microchip nella mano. Quando l’impianto viene attivato da un lettore – a pochi centimetri di distanza – una piccola quantità di dati scorre tra i due dispositivi tramite onde elettromagnetiche. L’idea del microchip sottopelle evoca immagini da futuro distopico, scenari post-apocalittici alla Black Mirror o Blade Runner. Ma diventerà realtà? L’impressione è che la proposta di Epicenter – che, come detto, suona tanto di trovata pubblicitaria – sia destinata a rimanere nel cassetto. In fondo, mostrare un Qr code dal cellulare non è poi così faticoso.

 

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