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Achtung! Il Covid19 ormai è quello che è, ma ora arriva la peste

Ovada (Ansa) – Il virus della peste suina africana è stato riscontrato nelle analisi d’una carcassa di cinghiale morto qui da noi. Gli esami sono stati effettuati dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche, centro di referenza nazionale per le malattie da peste suina. La relativa documentazione è stata trasmessa al Ministero della Salute che la notificherà all’Oie (Organizzazione mondiale della sanità animale) e alla Commissione Europea. Il caso di peste suina può avere conseguenze sul commercio delle carni suine italiane, con la possibilità che alcuni Paesi possano imporre il divieto di importazione di tutti i prodotti suini. L’allarme sul rischio della peste suina era stato lanciato nei giorni scorsi da Confagricoltura Piemonte che aveva citato “un forte rischio” di diffusione legato “all’eccessiva proliferazione” dei cinghiali. “Dobbiamo evitare – aveva sottolineato il presidente Enrico Allasia (nella foto a lato) – sarebbe un danno enorme per i nostri allevamenti e per la sicurezza alimentare”.

Cosa scrive in proposito Epsa (European Pharmaceutical Students’ Association)
La peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale. Non esistono vaccini né cure. È per questo che la malattia ha gravi conseguenze socio-economiche nei Paesi in cui è diffusa. Gli esseri umani non sono sensibili alla malattia.
I segni tipici della peste suina africana sono simili  a quelli della peste suina classica e  per distinguere l’una dall’altra occorre una diagnosi di laboratorio. I sintomi tipici includono febbre, perdita di appetito, debolezza, aborti spontanei, emorragie interne con emorragie evidenti su orecchie e fianchi. Può verificarsi anche la morte improvvisa. I ceppi più aggressivi del virus sono generalmente letali (il decesso avviene entro 10 giorni dall’insorgenza dei primi sintomi). Gli animali infettati da ceppi  meno aggressivi del virus della peste suina africana possono non mostrare i tipici segni clinici.
Trasmissione e diffusione
Maiali e cinghiali sani di solito sono infettati tramite:

  • contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini che pascolano all’aperto e cinghiali selvatici;
  • ingestione di carni o prodotti a base di carne di animali infetti: scarti di cucina, broda a base di rifiuti alimentari  e carne di cinghiale selvatico infetta (comprese le frattaglie);
  • contatto con qualsiasi oggetto contaminato dal virus, come abbigliamento, veicoli e altre attrezzature;
  • morsi di zecche infette.

La circolazione di animali infetti, i prodotti a base di carne di maiale contaminata e lo smaltimento illegale di carcasse sono le modalità più rilevanti di diffusione della malattia.

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