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Finalmente il Metano: ce ne hanno messo per capirla, ma noi l’avevamo capita prima di tutti

di Andrea Guenna – Dopo anni di battaglie giornalistiche e fiumi d’inchiostro versati da chi scrive e da qualche amico, in periodo di pandemia e di scarsità di risorse, ci si sta accorgendo che esiste un carburante sicuro, pulito, a basso costo ed estremamente efficiente come il Metano. La locomotiva d’Europa, la Germania, conta sulle forniture russe per sviluppare il piano verde. Il gas di Putin necessario per l’Ue corre per 1.230 chilometri sotto il mar Baltico in tubo che si chiama Nord Stream 2. Il nuovo gasdotto da 11 miliardi di dollari per la fornitura di gas dalla Russia alla Germania (55 miliardi di metri cubi all’anno è la portata stimata) avrebbe dovuto essere in funzione già nel 2019, ma è stato completato a settembre scorso da Gazprom, la società di stato russa che è anche il distributore del gas. Tutto semplice quindi? Non proprio in quanto quella del Nord Stream 2, che punta a riscaldare 26 milioni di case tedesche a un prezzo imbattibile, è anche e soprattutto una gatta da pelare, una brutta grana politica, con l’Ucraina al centro, che implica conseguenze nei rapporti con gli Usa. Ciò potrebbe consentire a Putin di fare leva sulla sicurezza energetica europea assumendo un ruolo di grande centralità strategica anche perché in Europa l’attuale dipendenza dal Metano è già del 30% e interessa 14 Stati.
Attualmente la Germania, grazie all’ex cancelliere Gerhard Schroder grande amico di Putin, è stata il partner preferito della Russia in Occidente dopo il rapporto di grande intensità tra lo stesso Vladimir Putin e il nostro Silvio Berlusconi. Berlusconi ha osato troppo? Può essere che si sia infilato in un campo con troppe mine? La sua amicizia con lo “Zar” preoccupava Francia e Germania? Non lo sapremo mai, certamente però il nostro premier ci aveva visto lungo e la sua trattativa per i gasdotto del sud Blue Stream, che è uno dei principali gasdotti internazionali che trasporta gas naturale dalla Russia alla Turchia attraverso il Mar Nero, puntava in Italia e per la precisione in Puglia. Qualcuno non ha voluto che questa trattativa importantissima e strategica per il nostro Paese andasse in porto. Berlusconi è stato fatto fuori ed eccoci qua a guardare da lontano la Germania in pole position. Intanto la produzione di gas all’interno dell’Ue è in forte calo. La stessa Germania ha pochissimi giacimenti ma l’Italia ne ha di più e poi detiene il primato della tecnologia per produrre biometano dalla Forsu.
Forse, per noi italiani, non è detta l’ultima parola.

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