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Partigiani? Quali? Quanti?

Novi Ligure (Andrea Guenna) – Dopo Franco Barella e “Cucciolo” Ravazzano, partigiani a 16 anni (?) pensavamo che le balle fossero finite. E invece no perché spuntano partigiani dappertutto.
Ma l’anagrafe non mente, è spietata e i numeri sono quelli, non si possono cambiare.
Gli è che, da qualche anno a questa parte, finiti i partigiani veri, quei quattro gatti che hanno combattuto per Stalin e quelli che invece hanno combattuto per la Patria davanti ai quali chi scrive si inchina, sono tutti morti, e i comunisti che volevano fare dell’Italia una seconda Ungheria dominata dal Baffone (volevo scrivere Buffone ma qualcuno m’ha detto che non va bene), raschiano il barile e trovano quelli che (forse, chissà, può darsi, nessuno potrà controllare, non si sa mai, speriamo che me la cavo, che dio ce la mandi buona, vai avanti tu che a me vien da ridere) potrebbero aver portato anche solo un pacchetto da una parte all’altra – magari dal partigiano alla mamma – e quindi rientrano nella categoria delle staffette. Basta. La verità sta venendo a galla e dirà che i partigiani rossi, a differenza dei bianchi, facevano politica e non combattevano per la Patria perché volevano che da noi arrivasse Baffone. E il solito minchione di Novi (sempre lo stesso) che pronuncia inascoltabili discorsi sgrammaticati sul partigiano di turno commemorato per l’ANPI, dovrebbe rendersi conto che è diventato un pagliaccio per cui è meglio che si ritiri in silenzio. Ma non lo capirà.
Scrivo questo perché domenica scorsa è stato sepolto il ferroviere e sedicente partigiano Virgilio “Lillo” Garaventa (nella foto a lato) scomparso a 92 anni. Se la matematica non è un’opinione il Garaventa, nel 1943, anno in cui iniziò la guerra civile, aveva più meno 13 anni essendo nato nel 1930. Si dice che fu coinvolto nella guerra partigiana dalla mamma, tale Eva Barisone, ma chi scrive si rifiuta di credere che una mamma, per quanto motivata ideologicamente, possa aver gettato nella bolgia d’una guerra civile un bambino, per giunta suo figlio.
La verità è che i partigiani combattenti, come dimostrano i documenti dell’archivio di Stato del ministero della difesa, erano stati circa 30.000 (anche se il 25 aprile 1945 si sono moltiplicati improvvisamente come i pani e i pesci e sono diventati più di 300.000), tutto il resto è aria fritta e propaganda frusta.
E anche stucchevole.
Per par condicio pubblichiamo la foto dei Ragazzi di Salò alla parata del Duce: lì c’erano davvero ragazzini di 15 anni volontari e combattenti armati fino ai denti, che saranno anche morti, ma nessuno li ricorda.
Ma i Campi Elisi li hanno accolti nella Pace Eterna.
E noi li ricordiamo perché la morte è uguale per tutti.

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