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Abbiamo bisogno di metano, perché non produrlo per tutti coi rifiuti di tutti?

di Andrea Guenna – Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino e noi italiani abbiamo fatto talmente i furbi che oggi siamo senza energia. Ciò in gran parte grazie agli ambientalisti e alla sinistra che, all’apice del loro delirio esistenziale, nel 1987 ci hanno propinato un referendum col quale abbiamo rinunciato all’energia nucleare, mentre in Francia avevano e hanno una sessantina di centrali, in Germania una quarantina e perfino in Slovenia ne hanno un paio. Noi italiani, che evidentemente siamo i più furbi del mondo, invece abbiamo chiuso quelle poche che avevamo. Naturalmente in tempo di pace si sopravvive anche senza produrre energia, ma può sempre capitare un imprevisto e oggi dobbiamo fare i conti con la guerra in Ucraina e il rischio di restare a secco di gas che, per un buon 50% del fabbisogno nazionale dobbiamo acquistare dalla Russia a prezzi inaccettabili, diventa reale. A meno che non ci vada bene pagare il gas russo il doppio, o il triplo, a causa d’una guerra che ci vede piazzati – nostro malgrado – su fronti opposti. Quale sia il prezzo della guerra in Ucraina l’ha detto Draghi che capisce benissimo in quale merdaio siamo finiti. Ieri a Montecitorio il premier lo ha spiegato e s’è capito il perché della sua politica defilata in questa crisi internazionale per cui è stato accusato di aver giocato un ruolo insufficiente, indebolendo la politica delle sanzioni minacciata dall’Europa, anche prima che Putin decidesse di muovere le forze armate. Ora che c’è la guerra, e noi italiani non siamo dei combattenti come i miei cugini britannici che nella loro storia non si sono  M A I   A R R E S I,  l’Italia dovrà abituarsi all’idea di passare da un’emergenza all’altra. Da quella sanitaria del Covid che non le ha ancora consentito di tirare il fiato, a quella energetica e chissà a quale altra ancora.
A questo punto è arrivato il momento di andare a cagare.
Lo dico seriamente perché se manca il metano possiamo produrlo coi biodigestori che lo tirano fuori dai rifiuti organici. Con 10.000 centrali (una ogni 60.000 abitanti) a biometano da circa 1.000 mc/h l’una che non puzzano e non inquinano – con buona pace dei soliti idioti in TV che tutti stanno a sentire come se fossero oracoli – potremmo avere il metano che ci serve, tutta l’energia che ci serve, smaltendo in modo intelligente tutti i nostri rifiuti senza inquinare.
Troppo bello. Talmente bello che non sembra vero.
Ma, tranquilli: se dovessimo decidere di realizzare tutto ciò arriverebbe subito l’ambientalista televisivo di turno pagato dai “Froci RAI” che direbbe di no, qualche trinariciuto che raccoglierebbe le firme per un referendum al fine di mettere al bando le centrali a biomasse e molti sindaci minchioni (l’Italia ne è piena) che non le vogliono nei loro Comuni.
E la mafia, che i rifiuti li vende, sarà sempre più contenta.
Un problemino in effetti c’è, in quanto le centrali a biomasse producono anidride carbonica. Ma la soluzione è dietro l’angolo poiché invece di tagliarli, gli alberi, bisogna piantarne sempre di più, far crescere nuovi boschi e nuove foreste, sempre più grandi, perché le piante l’anidride carbonica s’a magnano.
Non c’è niente da fare, siamo in Italia.
Perfino Dante nel Trecento ebbe modo di scrivere: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”, VI canto del Purgatorio, 76-78.
E dopo settecento anni la solfa è sempre la stessa.

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