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Strage di Quargnento: Vincenti e Patrucco chiedono, prima scusa e poi il concordato per ridurre la pena del 25%

Torino – L’otto giugno si metterà il punto definitivo sulla vicenda giudiziaria per l’esplosione del cascinale di Quargnento, nella notte tra il 4 e il 5 novembre 2019, coi tre vigili del fuoco Marco Triches, Matteo Gastaldo, Antonino Candido morti, due colleghi e un carabiniere feriti. Il processo in Appello per omicidio, a carico dei coniugi Giovanni Vincenti, reo confesso dopo pochi giorni dai fatti, e Antonella Patrucco – aperto oggi – è stato rinviato, come chiesto dalle difese dei due imputati, che hanno proposto una condanna a 27 anni di carcere per tutti i reati di cui sono accusati (penali e civili), previa rinuncia ricorso in Cassazione. Sono già stati condannati, in secondo grado, a 4 anni per truffa all’assicurazione, crollo e lesioni in un altro procedimento, più 6 mesi solo Vincenti per calunnia al vicino di casa; a 30 anni, in primo grado, per omicidio doloso: quasi 35 anni di pena, sommati tutti i reati, che diventano 27 patteggiati (circa il 25% di sconto). “Ho pentimento nel cuore che non credo potrà mai andare via”: è tornato a chiedere scusa Giovanni Vincenti, intervenendo al telefono.. Ma, soprattutto, dato nuovo, lo ha fatto anche la moglie. “Sono vicina col cuore alle famiglie dei ragazzi morti, la loro vita e la mia sono distrutte”. La donna aveva sempre negato ogni addebito. “Abbiamo cercato – spiega l’avvocato Fulvio Violo, difensore di Vincenti che parla anche a nome del collega Gianluca Orlando, subentrati da pochi giorni dopo, la rinuncia al mandato di Lorenzo Repetti e Vittorio Spallasso – di mettere in un piatto unico tutti i reati, ancorché in ritardo. Ammettere gli addebiti è richiesto dal concordato”. Solo una ragione di opportunità, dunque, per uscire il prima possibile dal carcere? Un piegarsi a quello che la stessa Antonella Patrucco, per la cui estraneità si è sempre battuta la difesa, sembra aver definito un ricatto? La vita in cella è dura e pensare di potervi trascorrere anche solo pochi anni in meno può aver fatto la differenza, rinunciando magari a una modifica della pena negli altri gradi. Soddisfatte le parti civili, per una sentenza che vede uno sconto di pena insignificante e quell’ammissione di concorso in reati gravissimi che, fino a oggi, non c’era mai stata da parte della Patrucco. Ma le scuse non possono bastare alle famiglie dei tre vigili del fuoco morti presenti in aula a Torino: “Se il loro pentimento è sincero – commenta Maria Stella, mamma di Nino Candido – non lo devono chiedere a noi ma a Dio. All’inizio faceva male la loro freddezza, il distacco, ascoltare oggi le loro parole è stata una forte emozione. Ora attendiamo con fiducia la giustizia”.

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