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La figlia di Draghi ha un fondo, indovinate dove investirà

Roma – Federica Draghi è il nome della riservatissima primogenita del presidente del Consiglio, Mario Draghi e della sua consorte, Serena Cappello. Non tutti sanno che è una manager che lavora nell’ambito farmaceutico e delle biotecnologie. Si è laureata in biologia alla Sapienza, conseguendo un dottorato in biochimica e poi aggiungendo un MBA in business administration alla Columbia Business school di New York.
Recente è la notizia, già diventata virale, che riguarda proprio il lancio del progetto “Xgen Venture Life Science”, si tratta di un “fondo comune di investimento alternativo di diritto italiano, mobiliare, di tipo chiuso, riservato, rientrante nella categoria dei fondi per venture capital qualificati”, di cui Draghi jr risulta una delle fondatrici.
A lanciare il progetto è stato il gruppo Xgen partners, gruppo fondato a giugno scorso, il cui capitale risulta suo al 30%, per un altro 30% risulta di Daniele Timothy Scarinci e al 40% di Paolo Fundarò. Con la stessa società nel giugno scorso è stata fondata anche la Xgen sgr (le quote sono le stesse) in attesa delle autorizzazioni ad operare, alla cui presidenza è stato chiamato Carlo Marchetti, che è anche consigliere di amministrazione della Fc Internazionale Milano (la squadra di calcio Inter) e della Colussi.
Stando al verbale del consiglio amministrativo del 5 agosto scorso della Sgr, il fondo avrà “una politica di investimento focalizzata su start-up e Pmi innovative ad alto contenuto tecnologico e/o in grado di definire nuove tecnologie, categorie e/o evoluzioni di prodotto nel settore life science, con particolare focus sulle imprese impegnate nello sviluppo e nella commercializzazione di nuove terapie, farmaci, dispositivi medici, applicativi diagnostici e soluzioni nel campo digital healthcare”.
Federica risulta consigliere delegato e “Key manager”sia del fondo che della Sgr e per tale motivazione, in veste di consigliere, dovrà “presentare al consiglio di amministrazione le opportunità di sottoscrivere, modificare o risolvere accordi di collaborazione con le imprese, le università, i parchi scientifico-tecnologici e i centri di ricerca”, “gestire i rapporti” con le stesse istituzioni, “finalizzati allo sviluppo di opportunità e idee di investimento per i Fia (fondi di investimento alternativi) istituiti e gestiti dalla società”.
Come “Key Manager” del fondo, invece, Draghi jr avrà anche la delega sul personale, con il potere di fare assunzioni, ma anche di trasferire e licenziare gli eventuali dipendenti, e il dovere di pagare a loro lo stipendio. Insieme agli altri due soci dovrà anche “porre in essere ogni attività necessaria per promuovere e collocare le quote del Fondo” e “sottoscrivere ogni dichiarazione, atto o documento, nonché compiere tutte le attività e gli adempimenti cui il Fondo e la società di gestione del risparmio, in qualità di gestore dello stesso, siano tenuti per legge nei confronti delle autorità di vigilanza, delle camere di commercio e in genere delle pubbliche amministrazioni dello Stato”.
Insomma, sarà facile cadere nel rischio del conflitto di interesse, come scrive infatti il Tempo da cui riprendiamo la notizia: “Bisognerà stare attenti ai possibili conflitti di interesse sempre in agguato, tanto più che la nuova avventura finanziaria è stata decisa dopo lo sbarco di SuperMario a palazzo Chigi”.
Attualmente il fondo “Xgen Venture Life Science”, non è ancora operativo e attende le necessarie autorizzazioni della Banca di Italia e della Consob. Nel frattempo tutta la documentazione necessaria all’autorizzazione è stata inoltrata. Si aspetta solo di ricevere il via libera o la bocciatura, “ipotesi sulla carta possibile, ma assai improbabile”, conclude il Tempo.

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