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Ci scrive l’avvocato Garaventa in merito allo zio partigiano (con breve replica del nostro direttore)

Caro Direttore responsabile, lei nell’articolo dello scorso 22 febbraio 2022 intitolato “Partigiani? Quali? Quanti?” è incappato in uno strafalcione per il quale meriterebbe querela.
Nella sua foga di mettere in discussione la storia patria, per altro atto meritorio se fatto in modo accorto ed informato soprattutto per questo belpaese, ha coinvolto la storia della mia famiglia ed in particolare quello di mio Zio Virgilio e mia nonna paterna Eva Barisone.
Mio zio è morto a 93 anni serenamente tra l’affetto dei famigliari ed i funerali, in forma privatissima, hanno avuto volutamente eco solo a livello familiare appunto. La mia famiglia è rimasta sorpresa con piacere del suo ricordo riportato in un articolo di un quotidiano locale che ha parlato della storia partigiana sua e della mia famiglia, mentre è rimasta a dir poco offesa dal suo articolo che ne faceva eco, parlando di sedicente partigiano e riportando addirittura la sua foto. Ebbene, sedicente sarà lei, le allego documento del Ministero della Difesa che riconosce il suo ruolo di combattente partigiano e che smentisce le sue diffamatorie asserzioni.
La storia di mio zio e della mia famiglia durante la resistenza per altro è ben conosciuta a Novi, dove a mia nonna paterna Eva Barisone è stata dedicata una via.
Anche i suoi accenti su quest’ultima figura della mia famiglia sono altamente diffamatori e privi di conoscenza dei fatti. La casa di Novi da sempre proprietà della mia famiglia fu base logistica partigiana e, certamente, tutta la mia famiglia rischiò di essere passata per le armi, ospitando partigiani feriti e armi, finanche occultando il cadavere di un combattente morto per le ferite riportate in uno scontro a fuoco in giardino, il partigiano ALBASIO Giuseppe, morto per la Libertà, come ricorda il cippo commemorativo posto ancora in zona.
Esporsi per un ideale a rischio proprio e dei propri cari, anche in giovane età (15 anni nel 45 non erano i quindici anni di oggi) non è irresponsabilità ma amore per la libertà, mio caro direttore, forse a lei non è chiaro ma alla mia famiglia, ed in particolare a me, sì, che per altro porto finanche mal volentieri mascherina e green pass in questi tempi moderni.
Quindi i sedicenti partigiani, non escludo ce ne siano stati, non riguardano la mia famiglia.
Pertanto la invito a pubblicare questa rettifica con la stessa visibilità e corredo della stessa foto dell’articolo precedente ed a stare più accorto nella ricerca storica, se vuole essere credibile.

Fabio Garaventa
anche per Gabriella Garaventa

Caro avvocato la informo che sedicente non è un’offesa.
Così, per la precisione.
Per quanto riguarda la cartolina del Ministero della Difesa riportata sopra vengo a sapere – non senza stupore – che lo Stato Italiano considera soldati dell’esercito i ragazzini di 15 anni.

Per il resto, se vuole, mi quereli pure, io rispondo sempre delle mie azioni e chi mi conosce lo sa benissimo.
Andrea Guenna

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