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Oggi, 17 marzo, è l’anniversario dell’Unità d’Italia: viva l’Italia libera e liberale

Alessandria 1821 (a.g.) – Oggi, 17 marzo 2022, ricorre il 161° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia (17 marzo 1861). Per questo è stata istituita la “Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”. Le celebrazioni sono state sancite dalla legge n. 222 del 23 novembre 2012, e prevedono, a livello nazionale, le deposizioni di corone d’alloro da parte di rappresentanti del Governo sulle tombe che custodiscono le spoglie mortali di Vittorio Emanuele II, Camillo Benso Conte di Cavour, Giuseppe Mazzini e Giuseppe Garibaldi rispettivamente al Pantheon di Roma, a Santena, in provincia di Torino, al Cimitero Monumentale Staglieno di Genova e a Caprera. L’anniversario dell’Unità d’Italia è una ricorrenza che celebra la nascita dello Stato italiano grazie ai movimenti liberale e socialista del Risorgimento che iniziarono a lavorare a questa splendida impresa proprio ad Alessandria, nell’officina carbonara e libero muratoria R:.L:. La Bienfaisance (o Loggia dei Federati) con sede nell’attuale Via Pontida, frequentata da patrioti soprattutto novesi, dato che Novi era la quarta Loggia Massonica d’Italia, la potentissima R:.L:. La Confiance del 1745, fondata dopo quelle di Milano, Roma, Napoli e Firenze (Torino e Alessandria saranno fondate una decina di anni dopo). Ma la Bienfaisance era frequentata anche da uno straordinario liberale, Carlo Alberto di Savoia, al quale si deve lo Statuto Albertino e le leggi che liberarono gli ebrei del Regno di Sardegna che poterono, finalmente e meritatamente, godere degli stessi diritti di ogni Cittadino. Ma se qui da noi, ad Alessandria, iniziarono i moti carbonari del 1821, l’Unità della nostra Patria è avvenuta in virtù della proclamazione del Regno d’Italia del 17 marzo 1861 a Torino.
La completa unificazione del territorio nazionale fu compiuta in seguito: nel 1866 furono annessi il Veneto e la provincia di Mantova, nel 1870 il Lazio e nel 1918 il Trentino-Alto Adige e la Venezia Giulia. A tal proposito, fu anche istituita la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, celebrata il 4 novembre ricordando la vittoria italiana nella prima guerra mondiale, evento bellico considerato completamento del processo di unificazione nazionale. L’Unità della nostra Patria fu possibile anche grazie all’unione delle Logge che vedevano la Loggia Ausonia di Torino e le Logge piemontesi in perfetta armonia con le logge siciliane, lanciando così un ponte ideale fra il nord e il sud. C’era, da parte delle classi dirigenti liberali del nuovo Regno d’Italia, la percezione di aver bisogno di una struttura organizzativa semi-pubblica che raccogliesse l’eredità di quella che era stata la società nazionale (Manin, Garibaldi, La Farina) che aveva dato un forte impulso al movimento patriottico negli anni Cinquanta del XIX secolo. Così, se a Palermo lavorava il Supremo Consiglio del rito scozzese antico ed accettato, a Torino i Fratelli si riunivano sotto l’egida del rito francese, meno complesso di quello scozzese ma pur sempre di elevato valore ideale e iniziatico. La differenza maggiore, oltre a quella geografica, era che a Palermo l’Obbedienza aveva una forte, spiccata identità democratica, lì convergevano soprattutto repubblicani, mazziniani e socialisti dalle tinte più accese. Le logge siciliane avrebbero poi raccolto adesioni anche in altre parti d’Italia: c’erano altri nuclei come a  Napoli. Ecco perché la Massoneria Italiana aveva due facce, quella liberale di ambito cavouriano e quella socialista e repubblicana secondo il pensiero mazziniano e garibaldino, con la differenza che Garibaldi era già stato iniziato durante il suo periodo sudamericano nel 1844, mentre Mazzini non avrebbe mai fatto parte della Massoneria. La nascita della principale obbedienza massonica italiana (oltre alle attuali Gran Loggia d’Italia, e Gran Loggia Regolare d’Italia di derivazione prettamente inglese), il Grande Oriente d’Italia, avvenne solo nel 1864 a Firenze con Giuseppe Garibaldi Gran Maestro. Altri massoni patrioti italiani, per ricordarne solo alcuni, furono Costantino Nigra, ambasciatore del Regno d’Italia a Parigi, stretto collaboratore di Cavour, Depretis, Crispi, Zanardelli, Nicotera. Il progetto di uno Stato italiano unitario trovò nella Gran Bretagna la “madrina” internazionale il cui peso era allora vitale affinché nel delicato equilibrio di potere continentale si potesse inserire un nuovo attore, soprattutto se con una dimensione geografica e un peso demografico di ragguardevoli dimensioni. La Gran Bretagna del tempo, oltre a dominare ancora incontrastata gli scacchieri strategici del globo, doveva alla sua storia – è a Londra, nel 1717, che si fa risalire la nascita della massoneria moderna – anche un ruolo di primo piano nella comunità massonica mondiale. Tuttavia bisogna dire che la massoneria inglese era – ed è ancora oggi – cosa molto diversa da ciò che era la massoneria italiana. La Gran Loggia Unita di Inghilterra (in Italia Gran Loggia Regolare) era la loggia madre a livello internazionale e aveva un forte potere di accreditamento e legittimazione per le nuove obbedienze massoniche che si costituivano man mano che gli Stati conquistavano la loro indipendenza. La massoneria inglese praticava, e pratica, insieme a una rigidissima esclusione del sesso femminile (esistono massonerie femminili come il Droit Humain), anche una netta separazione dell’identità massonica dalla militanza politica e religiosa. Quando il Grande Oriente d’Italia, dopo la costituzione, chiese alla Gran Loggia Unita d’Inghilterra il riconoscimento sul piano internazionale, questo non arrivò, ma si limitò a un cordiale scambio di lettere. Per decenni a questo tentativo fu opposto un grande ostacolo: la massoneria italiana faceva politica e si occupava di questioni religiose, e questo non consentiva di ricevere il riconoscimento, in quanto una simile condotta era al di fuori della regolarità internazionale, stabilita dalle costituzioni dal pastore anglicano James Anderson nel 1717, che sono ancora oggi la “Bibbia” dell’ordinamento massonico, dove è stabilito che in massoneria non è consentito occuparsi di questioni politiche e religiose (in Vaticano esisterebbe la Loggia Ecclesia). Il rapporto della massoneria italiana era molto più stretto col Grande Oriente di Francia, e le massonerie belga, svizzera, spagnola, cioè le cosiddette massonerie latine, che si trovarono a vivere la stessa forte politicizzazione di quella italiana. Questo forse è il vero limite della nostra Massoneria, troppo politicizzata e degenerata in fenomeni di corruzione noti a tutti. Ma il Risorgimento è un’altra storia e la nostra Patria è la nostra Patria.
Viva l’Italia Libera e Liberale! Massì, anche socialista, perché no.
Intanto stamane si è svolta in cittadella la commemorazione della “Giornata dell’Unità Nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera”. Dopo due edizioni – quella del 2020 e del 2021 – in cui, a causa delle prescrizioni anti-pandemiche, non si è potuto partecipare di persona alla commemorazione, Alessandria si prepara a vivere questa giornata, programmata d’intesa con la prefettura di Alessandria, invitando, insieme alle autorità locali, anche le rappresentanze delle scuole, degli studenti alessandrini e delle associazioni combattentistiche e d’arma.

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