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Il virologo Francesco Broccolo: “L’Italia sta buttando nella spazzatura le pillole anticovid”

Milano (Piero Evaristo Giacobone) – Scusate se insisto ma mi chiamo Evaristo e noto che le nostre Asl invece di usare i farmaci li buttano nella spazzatura. Almeno questo è quanto afferma il virologo Francesco Broccolo dell’università Bicocca di Milano intervistato nei giorni scorsi da Libero Quotidiano a proposito delle pillole “Anti Covid” che funzionano, ma in moltissimi ospedali italiani non si usano. Broccolo spiega: “Gli antivirali funzionano molto bene anche con le varianti e questa è sicuramente una buona notizia. Però un problema c’è ed è nella loro gestione. Il medicinale anti Covid funziona e va dato entro 72 ore al costo di circa 635 euro a ciclo. Ma a causa della burocrazia va perso. Per riuscire a sbloccare la situazione – spiega il professore milanese -, servirebbe un processo di sburocratizzazione, che va affrontata seriamente. Nella filiera che dovrebbe somministrarli. Mi spiego. Oggi un semplice medico di base non può prescriverli a un suo paziente, neanche se questo si presenta all’ambulatorio con la febbre alta e un tampone positivo in mano”. E allora come si fa?
“Con una trafila abbastanza complessa. Il medico di famiglia ti deve mandare in un reparto di Malattie infettive che, a sua volta, deve verificare la tua idoneità al trattamento e solo questo punto si ottiene il medicinale”.
Così passa un sacco di tempo e la situazione diventa ingestibile: “Già è complicato per chi vive nelle grandi città, a Milano o a Roma dove può recarsi rispettivamente al Sacco o allo Spallanzani. Ma pensiamo a chi abita in un qualsiasi altro posto: mica basta un ospedale qualunque, ne serve proprio uno col reparto giusto”.
Se il tempo passa e non si fa niente cosa succede?
“È un guaio perché gli antivirali si possono somministrare entro le prime 72 ore, cioè nei primi tre giorni. Per questo dico che sarebbe il caso di snellire la burocrazia che c’è a monte se vogliamo renderli davvero operativi”.
L’Italia ha già comprato 600.000 cicli, al costo di 635 euro l’uno, per un totale a carico del contribuente di € 381.000.000,00 (trecentottantuno milioni di euro), ma così facendo si rischia di buttare via tutto.
E io pago!

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