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La strana alleanza: i neonazisti ucraini del Battaglione Azov insieme agli ebrei di Nathan Khazin a difesa di Mariupol

I nazisti ucraini per emblema hanno l’antico simbolo runico della Wolfsangel, utilizzato in passato anche dalle SS. Nelle immagini che li ritraggono, alla bandiera gialla e blu della loro patria accostano a volte uno stendardo con la svastica. Durante il conflitto in Donbass del 2014 si sono macchiati di stupri, torture e altri crimini di guerra, anche ai danni della popolazione civile, sui quali le autorità ucraine hanno chiuso un occhio. Di particolare hanno che, pur essendo nazisti, combattono fianco a fianco con gli ebrei. Infatti Nathan Khazin (nella foto a lato in sinagoga), ebreo ortodosso che fu tra i protagonisti della rivolta di Euromaidan, uno dei fondatori e comandanti dell’unità “Aerorozvidka” (ricognizione aerea), simbolo del sostegno ebraico all’Ucraina durante e dopo la “Rivoluzione della dignità” nel 2014-2016, ha ricevuto lo status di consigliere del capo di stato maggiore dell’esercito ucraino nel novembre 2016, e sostiene costantemente il rafforzamento della collaborazione tra Ucraina e Israele e tra il popolo ucraino ed ebraico. Nonostante ciò, senza il Battaglione “nazi-ebraico” Azov, Vladimir Putin difficilmente avrebbe potuto menzionare l’esigenza di “denazificare” il Paese tra i pretesti per l’invasione, infatti la più celebre tra le milizie nazionaliste sorte in Ucraina in seguito all’annessione russa della Crimea è ora in prima linea nella difesa di Mariupol. Il Battaglione Azov nacque come milizia volontaria in seguito all’annessione russa della Crimea. Il primo nucleo nacque nella città di Berdyansk da alcuni membri della formazione di estrema destra Pravyi Sektor, con l’obiettivo di sostenere l’allora inadeguato esercito ucraino nella lotta alle forze secessioniste del Donetsk e del Lugansk. Presto si aggiunsero ultrà delle curve calcistiche, nazionalisti di varia estrazione e qualche criminale comune.
A finanziarli furono alcuni noti oligarchi ebrei ucraini, tra cui il magnate dell’energia Igor Kolomoisky (nella foto a lato), allora governatore della regione di Dnipropetrovska, e Serhiy Taruta, industriale dell’acciaio che governò l’oblast di Donetsk.
Il fondatore, il quarantaduenne Andriy Biletsky, laureato in storia all’università di Kharkiv, era già da tempo una figura di spicco nei circoli di estrema destra ucraini.
Dopo l’elezione in Parlamento, Biletsky depose il fucile ma nel 2019 non fu riconfermato. “Bely Vozd”, ovvero “sovrano bianco”, come lo chiamano i suoi discepoli, sarebbe tornato a imbracciarlo e ora, riferisce Deutsche Welle, starebbe combattendo nei dintorni di Kiev. Nella guerra del 2014 il battaglione si distinse nella riconquista di Mariupol, che era finita in mano ai separatisti. Il governo ucraino decise presto di inserirlo nella Guardia Nazionale e porlo sotto il controllo del ministero dell’Interno.
Da allora Azov opera come reggimento di fanteria e ha in dotazione artiglieria e carri armati.

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