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E il vecchietto dove lo metto?

Roma (Lorenzo Mancini) – Oggetto: Appello per la sopravvivenza del settore dell’assistenza socio-sanitaria. A sottoscriverlo sono le principali associazioni di settore che, per dovere di cronaca, elenchiamo:

  1. ACOP,
  2. AGeSPI,
  3. AIOP,
  4. ANASTE,
  5. ANFASS,
  6. ANSDIPP,
  7. ARIS,
  8. CONFAPI,
  9. CONFCOOPERATIVE SANITÀ,
  10. CONFCOOPERATIVE FEDERSOLIDARIETÀ,
  11. LEGACOOP SOCIALI,
  12. UNEBA,
  13. UNINDUSTRIA,
  14. AGCI (Associazione Generale delle Cooperative Italiane).

È del tutto evidente che qui – e mi sia concesso il francesismo – qualcuno si è “incazzato di brutto”.
Il problema è che, se da un lato in Italia la quasi totalità delle prestazioni residenziali e semiresidenziali ad anziani, disabili e persone con disturbi mentali è assicurata da strutture private no profit, tutti fortemente colpiti dagli effetti della pandemia, con notevole ricaduta di obblighi normativi con aumento di costi, dall’altro gli stessi operatori si trovano nell’impossibilità di coprire i costi di gestione e di procedere ai rinnovi contrattuali.
Tradotto in parole povere: bambole non c’è una lira.
L’appello degli operatori del settore è quello per cui, se persiste l’attuale “inerzia” dello Stato Italia, il settore si bloccherà.
E il vecchietto dove lo mettiamo?
A casa di Draghi?

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